Traffico mon amour, aspettiamo Godot bloccati in auto
16 Maggio 2011
Mamma liberaci dal traffico. Questa è la preghiera laica che accomuna tutti i romani, siano essi automobilisti, scooteristi o fruitori del trasporto pubblico. La dannazione da traffico è il comune denominatore di ognuno di noi. E non certo da ieri. Il fatto è che finché non partirà una ciclopica operazione per la costruzione di parcheggi e non si ultimeranno le due linee della metropolitana, Roma sarà destinata a soffocare, letteralmente, nel traffico e noi con lei. E in questo vale davvero poco attaccarsi al mal comune mezzo gaudio. Ora, se per le metropolitane tocca attendere ancora qualche anno, pare che prima o poi verranno ultimate, per i parcheggi si deve aspettare l’arrivo di Godot. Ma a quanto pare il nostro Godot è rimasto imbottigliato nel traffico e quindi campa cavallo. In attesa che arrivi registriamo l’impegno fumoso degli amministratori di fronte al mostro chiamato traffico.
Su questo fronte la giunta Alemanno, che guida la città dal 2008, fino ad oggi ha fatto poco. Non è un caso che a gennaio il sindaco abbia cambiato assessore alla mobilità: via Sergio Marchi dentro Antonello Aurigemma. Come si fa nel calcio. Il fatto, amaro, è che se il primo non era Ronaldo il secondo non è certo Messi. E quindi, a quanto pare, la sostituzione pare sia servita a ben poco. Nessuno ricorda scelte coraggiose o provvedimenti illuminanti presi in questi ultimi mesi. Quando la giunta, su suggerimento, udite udite, del comico Max Giusti (sic!), ha provato a far transitare gli scooter sulle corsie preferenziali – spacciando il provvedimento come sperimentale – si è vista bocciare il provvedimento dall’assemblea capitolina. Ora, lo spieghiamo per i non addetti ai lavori, giunta e consiglio dovrebbero andare d’accordo.
Evidentemente il traffico manda in tilt anche le maggioranze dagli stessi colori. Il tutto quindi si è risolto con un bel nulla di fatto e una sostanziale brutta figura. Come se non bastasse va male l’Atac, l’azienda dei trasporti pubblici, che ha da pochissimo cambiato i vertici e non riesce a pagare i fornitori perché senza liquidi e con 350 milioni di debito sul groppone. Al lumicino i rapporti con i tassisti, che vorrebbero un aumento sconsiderato delle tariffe e quando non lo ottengono malmenano i loro clienti, come è accaduto pochi giorni fa di fronte la stazione Termini. Insomma è un gran casino. Per sbrogliare la matassa ci vorrebbe coraggio. Coraggio, ad esempio, di fare scelte che potrebbero rischiare di essere, nel breve periodo , impopolari. E i politici, di ogni razza e di ogni stagione, odiano l’impopolarità. Vivono nel mito del sondaggio a breve periodo. E questo li blocca. Il blocco è sacrosanto visto che parliamo di (im)mobilità.
Un po’ di esempi: manca il coraggio di chiudere il centro storico ai megabus e ai torpedoni turistici, nessuno ha gli attributi per regolamentare l’orario per il carico e lo scarico di merci nel centro e nei quartieri limitrofi. Pensate che nell’antica Roma, quella imperiale, le botteghe venivano rifornite nelle ore notturne. Era vietato consegnare la merce di giorno. Ah loro si, signora mia, che erano organizzati. Nessuno oggi avrebbe il coraggio di porre in essere un provvedimento del genere,vuoi mettere? Meglio il casino del traffico che il sindacato dei trasportatori che si mette in marcia verso il Campidoglio. Vogliamo poi parlare dei parcheggi non utilizzati e chiusi alla cittadinanza? Ce n’è uno a Cornelia e un altro a Porta Pia ( la storia è così vecchia che Striscia la Notizia quando è a corto di storielle le ricicla sistematicamente). Ci sono in città decine di aree abbandonate dove si potrebbero costruire dei parcheggi. Ma non si fa.
Manca la lungimiranza e manca il coraggio ai nostri amministratori per attuare certi provvedimenti. Quello stesso coraggio che torna però puntuale come si avvicinano le elezioni. A quel punto diventano tutti cuor di leoni nel chiederci il voto e state certi che la loro richiesta, traffico o non traffico, arriverà puntuale.