Trasporti e istituzioni, la Regione Abruzzo apre il capitolo delle riforme
26 Ottobre 2011
di V. S.
Riforme. E ancora riforme. La regione Abruzzo procede spedita sul cammino del rinnovamento. Di fronte alle necessità dei tagli, per combattere le inefficienze, per costruire giorno dopo giorno una regione moderna e competitiva. E’ questo il senso dell’annunciata riforma dei trasporti, alla quale anche i sindacati hanno strizzato l’occhio. Ed è questo il senso dell’impegno alle riforme istituzionali, specie quella che riguarderà i comuni.
Di trasporti si è parlato ieri, nel corso della seduta, in Consiglio regionale, della Quarta Commissione (Industria, Commercio e Trasporti), convocata dal presidente Nicola Argirò per continuare l’esame del disegno di legge elaborato dalla Giunta regionale lo scorso luglio. “La discussione – ha spiegato il presidente – si è concentrata esclusivamente sulla creazione di una società unica del trasporto su gomma. I sindacati si sono detti convinti che un’unica società possa migliorare il servizio offerto all’utenza, rendendo più efficiente la gestione, con la eliminazione degli sprechi e della sovrapposizione delle tratte. Ci vorrà ovviamente del tempo per verificare e misurare i risultati, ma secondo le sigle la società unica è la strada maestra da percorrere per creare un sistema competitivo e credibile”.
Del resto, non è un mistero che i tagli annunciati dal governo, seppur necessari, impongono una riorganizzazione, e soprattutto una razionalizzazione, specie nel sistema ferroviario. In pratica c’è allo studio un piano di riforma del trasporto pubblico locale che prevede la creazione di una società unica (al posto delle attuali tre: Arpa, Gtm e Sangritana) su gomma e di un’altra società unica per il trasporto su ferro. E dai sindacati è responsabilmente arrivato il via libera alla proposta, con in un più qualche suggerimento. Come ad esempio quello di prevedere l’integrazione completa tra ferrovia e servizi su gomme, procedendo dunque alla fusione anche dell’intero asset di Sangritana nella nuova società. Tutte ipotesi da valutare e comunque l’impegno ad approfondire la questione.
Tanto che Argirò ha già annunciato che richiederà all’assessore regionale ai Trasporti, Giandonato Morra e alla dirigente del Settore Trasporti della Regione Carla Mannetti, il piano redatto nel 2008 dalla Kpmg, la società che realizzò uno studio sulla holding regionale dei trasporti. "Anche se risalente a qualche anno fa – ha concluso Argirò – si tratta dell’unico studio disponibile, che raccoglie e incrocia una serie di dati indispensabili per avere un quadro della situazione del trasporto pubblico regionale”. Anche l’assessore Giandonato Morra si è detto soddisfatto del percorso che sta seguendo la proposta di riforma. “L’iter va avanti con le sue regole – ha commentato – ma mi sembra che si stia lavorando velocemente. E’ importante sentire tutti i portatori di interesse – ha aggiunto – perchè le riforme hanno bisogno di confronto e non di polemiche e speriamo che dal confronto venga fuori qualcosa di migliorativo”. Intanto sono in arrivo novità: “A breve – ha assicurato Morra – si chiuderà definitivamente l’ultimo atto dell’incorporazione della Paoli Bus in Arpa; un’operazione che permetterà di "salvare" 24 dipendenti e garantirà alla Valle Peligna un servizio migliore”.
E dai trasporti alle istituzioni, si parla ancora di riforme. Lo ha assicurato l’assessore al Bilancio Carlo Masci che, in vista della scadenza del 17 novembre – quando la Regione dovrà individuare i limiti demografici per la costituzione delle Unioni municipali, le associazioni tra Comuni con meno di mille abitanti, per la gestione di alcuni servizi fondamentali – ha avviato una serie di incontri preparatori. L’accorpamento di servizi tra i comuni è infatti un obbligo che discende dalla legge 148 del 2011 e che impone alle istituzioni locali di rispondere alle esigenza di razionalizzazione e di economicità. ”L’architettura istituzionale che finora ha guidato le amministrazioni pubbliche – afferma Masci – si sta trasformando velocemente, soprattutto per i piccoli Comuni che dovranno svolgere le funzioni fondamentali in forma associata, se inferiori a mille abitanti, ed anche alcune funzioni non fondamentali sempre in forma associata, se inferiori a cinquemila abitanti. Alla Regione – riconosce l’assessore – spetta il compito di reggere le fila di questo importante processo, poichè è il soggetto istituzionalmente deputato a verificare tutte le situazioni normative cogenti sul territorio”. Ovvio che tutte le decisioni saranno il frutto di un confronto continuo con il mondo dei piccoli Comuni. “Perché la nuova realtà amministrativa ed istituzionale che emergerà – conclude Masci – dovrà essere il più possibile aderente alle esigenze dei nostri territori”.