Tre donne, il potere e le autostrade del web

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Tre donne, il potere e le autostrade del web

Tre donne, il potere e le autostrade del web

23 Dicembre 2023

Tre donne al comando. Per gli scettici è solo frutto di una congiuntura astrologica favorevole; per i razionalisti è l’esito di decenni di impegno dei vari filoni del femminismo. Sta di fatto che mentre infiamma il dibattito sui segni di un atavico patriarcato, tre donne, Giorgia, Elly e Chiara, alimentano, da poli opposti, la formazione dell’immaginario collettivo del Paese. La premier Meloni, tra i politici più influenti del pianeta; la Schlein, segretaria a sorpresa del più forte partito di opposizione che – come disse appena eletta – “nessuno aveva visto arrivare”, e la Ferragni, milioni di follower sparsi per il mondo, alla guida di un invidiabile ‘impero economico’. Tre personalità diverse, per censo, formazione culturale, peso specifico finite in orbite da cui si guardano, si sfiorano, si odiano.

Al centro è lei, Giorgia, donna, madre e cristiana, che non solo ha toccato il tetto della politica, ma lo ha mandato in frantumi, ponendo le basi di una leadership su cui, al momento, non aleggiano ombre. Lei ha scalato il Palazzo creando la ‘fiaba’ dell’underdog della “società di sotto”, come dicono i sociologi, dimenandosi tra i ricordi di un vecchio mondo e la lenta maturazione verso i lidi di una democrazia liberale.

Ancor più complessa è l’orbita della Schlein. Che per storia, lignaggio, formazione rappresenta l’ideale tipico dei ceti affluenti, delle élite che svolazzano nella “società di sopra”. Cittadina del mondo, più che di un territorio. Se “sangue e terra” rappresentano l’humus dell’ideologia conservatrice, il pensiero woke, o del politicamente corretto aleggia nello spazio del vuoto. Lontano dal senso comune che, come diceva Gramsci, rappresenta la filosofia della gente comune. La Schlein costituisce una rottura di paradigma della sinistra che nella sua storia ha messo insieme anime diverse: post-comunista, cattolica e ambientalista. Il progetto della Schlein è ancora in divenire, con il rischio evidente di lasciare per strada pezzi del suo vecchio mondo.

Infine, è spuntata lei: Chiara Ferragni, incappata in un grave incidente di percorso con la vicenda dei panettoni che, nonostante le lacrime della richiesta del perdono planetario, ne ha offuscato la luce. Per indubbie doti imprenditoriali e per la capacità di attirare l’attenzione di milioni di fan, Chiara rappresenta rispetto a Giorgia e Elly un altro sistema solare: quello di internet, del mondo digitale. Più vicino alle visioni futuribili alla Elon Musk, incredibilmente osannato alla festa di Fdi, che raffigura un immaginario che non ha nulla a che vedere con quello della destra conservatrice: capitalismo spinto, mondo dematerializzato verso una sorta di dispotismo post-umano.

Il presidente del Consiglio che polemizza pubblicamente contro un privato cittadino: è apparso a molti una forzatura, se non una caduta di stile, per l’evidente squilibrio di forze. Ma nella politica contemporanea nulla è lasciato al caso: Giorgia, ancor prima di Elly, di Saviano o di Conte, ha alzato il tiro contro la Ferragni perché la blogger rappresenta un mondo in divenire, fuori degli schemi, dei paradigmi conosciuti. Un mondo neppure tanto futuribile in cui chi controllerà le autostrade del web potrebbe decidere le sorti della politica.