Tre giorni e cinque milioni di firme per legittima difesa

Banner Occidentale
Banner Occidentale
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Tre giorni e cinque milioni di firme per legittima difesa

Tre giorni e cinque milioni di firme per legittima difesa

08 Novembre 2007

Caro Direttore,

“In nome del popolo sovrano” non è appena il titolo
di un famoso film, ma è infine l’essenza della democrazia. Berlusconi richiama
oggi a questa verità elementare e, per ciò, irriducibile a qualsivoglia schema
ideologico e/o propagandistico. Stavolta l’occasione, starei per aggiungere:
storica, è la crisi – ancora una volta, storica – del nostro Paese. Perché,
questo governo, di fatto, ha prodotto una crisi strutturale del sistema-Paese
di proporzioni inimmaginabili. Non l’ha ereditata, questa crisi, sia chiaro, ma
l’ha prodotta, questo è il vero dato politico. Mai visto uno spettacolo così
degradante in nessuna fase della nostra storia repubblicana, che pure ha dovuto
affrontare periodi drammatici e difficili. Dal 1948 ad oggi nessun cittadino
italiano aveva mai assistito ad uno spettacolo di impotenza decisionale e di
oltraggio al buon senso ed alle istituzioni come quello realizzato da questo sgangherato
governo. Ebbene, la raccolta di cinque milioni di firme “per chiedere che sia
restituito al popolo sovrano il diritto di decidere il proprio futuro
attraverso il voto”, come sostiene Berlusconi nella lettera indirizzata ai
cittadini ed ai militanti di Forza Italia, è, a mio avviso, un atto dovuto. Un
atto di elementare senso civico e civile. Il popolo viene richiamato al suo
senso di responsabilità verso se stesso nei giorni 16-17-18 novembre, quando
saremo in piazza in migliaia di città italiane a raccogliere cinque milioni di
firme per ritornare alle urne. Un gesto politico a tutto tondo. Legittima
difesa, innanzitutto, se vogliamo esser chiari. Perché, quando un governo
ostacola la possibilità di sviluppo di un Paese come il nostro, ammazza di tasse
il ceto medio, i lavoratori dipendenti (come ha riconosciuto perfino la Cgil) e
le imprese, impedisce l’esercizio delle libertà economiche e danneggia
l’immagine dell’Italia tollerando la presenza di un’immigrazione selvaggia,
senza regole e di fatto lesiva soprattutto di tutti coloro che vivono nei
quartieri popolari e delle periferie, dunque il popolo, è davvero necessario
voltare pagina, tornando a votare. Questa pagina deve essere girata e al più
presto.

Ma non è tutto. Vi sono altri elementi che devono
far riflettere sul senso complessivo di quest’operazione dal basso che noi
proponiamo a milioni di cittadini. Osserviamo, anche solo sommariamente, il
contesto europeo nel quale viviamo ed operiamo. E’ lo stesso Corriere della Sera ad ammetterlo: siamo
l’ultima ruota del carro. Pd o non Pd, la sinistra, ultimamente ancor più
povera delle essenziali caratteristiche di autentica socialdemocrazia europea a
vocazione riformatrice è storicamente finita. L’atto finale della sinistra si
chiama partito democratico. E’ evidentissimo. Di conseguenza, il sistema
politico non dispone più di una sinistra e perde, nel contempo, qualità
riformatrici. I riformisti autenticamente liberali, spesso provenienti dalle
file della cultura riformista socialista, sono fra di noi, sono in Forza
Italia. Un’anomalia italiana? Certo che sì, ma una constatazione come questa
non spiega ancora pienamente la realtà. Un fatto di questa portata deve anche
indurre a qualche riflessione non affrettata su quanto il governo sia coinvolto
in tutta questa colossale partita di giro politico-bancaria-finanziaria, che
destruttura la sinistra e indebolisce per effetto fisiologico immediato la
politica liberal-popolare. Un governo avvinghiato alle banche e, nel contempo,
egemonizzata dalla sinistra antagonista, quella, cioè, che vede nel decreto
sulla sicurezza, già di per sé insufficiente, addirittura qualcosa di
paragonabile alle leggi razziali del 1938 promulgate dalla dittatura fascista:
il caos politico che spacca il Paese, lo riduce a sovrastruttura in un gioco di
forti strutture bancarie-finanziarie e lo getta nella malinconia sociale
diffusa. Uno spleen non dissimile da quello baudeleiriano agita le coscienze
avvertite di questo Paese. E noi vogliamo risvegliarle. I fatti non possono non
favorire il risveglio civile. Perché, mentre in Europa Sarkozy sta riaprendo
agli Stati Uniti, con conseguente governo della realtà sociale francese e
rovinoso spiazzamento della sinistra socialista proprio sul terreno
socioeconomico, la Germania sta crescendo e la Spagna non sta cessando la sua
felice corsa verso l’eccellenza; gli ultimi della classe siamo noi. I dati
statistici, sociali ed econometrici lo confermano abbondantemente.

Stando così le cose, dunque, la tre giorni di piazze
e democrazia voluta da Berlusconi e dal partito è la riqualificazione politica
– uso volutamente una ridondanza: iper-politica! – del popolo come soggetto; è,
così, la rivoluzione copernicana che, generando, in altri tempi drammatici, il
miracolo del centrodestra inventato e guidato da Berlusconi, riapre oggi le
frontiere, sì, ma in questo caso, nella direzione giusta: verso la democrazia
come governo del popolo e per il popolo. In questo caso, qualsiasi apertura non
sarà mai eccessiva. Ora attendiamo la risposta dei cittadini, cioè del nostro
popolo.