Tre sconfitte per i cattolici “binettiani”

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Tre sconfitte per i cattolici “binettiani”

25 Luglio 2006

di g.l.

Nella protezione dell’embrione umano dalla manomissione a scopo di ricerca,  i cattolici dell’Ulivo hanno perso su tre fronti: quello italiano, quello europeo e quello della loro coscienza.

Hanno perso in Italia, come dimostra il candore con cui Emma Bonino ha festeggiato il compromesso raggiunto al Senato con l’approvazione della risoluzione votata da tutta la maggioranza. Per la Bonino si è trattato di un passo avanti verso la libertà di ricerca sugli embrioni, perché resta la “possibilità di condurre ricerche su linee cellulari embrionali create in altri paesi”. Infatti, vigendo in Europa la libera circolazione delle merci e “le cellule staminali non potendo essere considerate altro che merci”, questo rende impossibile qualsiasi divieto per la loro importazione. Tanto è vero, si spinge a spiegare la Bonino: “è stato coerentemente eliminato dalla premessa della risoluzione il riferimento al rispetto della vita umana a partire dal concepimento”.

Dicono i cattolici binettiani per difendersi: “Questa è solo una interpretazione della Bonino, il testo del Senato dice altro”. Il problema però è proprio questo: il testo del Senato dice cose così ambigue e pericolanti che diviene suscettibile di qualsiasi interpretazione: quella della Bonino, quella di Mussi, quella di Rifondazione. Certo, anche l’interpretazione della Binetti: ma ci permettiamo di dubitare che sia quella  destinata a prevalere nello scontro politico, vista la facilità con cui la senatrice e i suoi amici hanno in più occasioni messo da parte i loro principi in nome del bene supremo della coalizione.

I cattolici dell’Unione hanno poi perso clamorosamente in Europa. E sono stati loro stessi a darcene la controprova con la lettera scritta al Corriere proprio in risposta alla Bonino. Scrivono infatti i binettiani: “Come si fa a rispettare la nostra posizione senza tornare nella minoranza di blocco?”, Già, verrebbe da dire, come si fa? Ecco la risposta: “Si deve – insieme alla Germania – ripristinare l’emendamento Nibler, quello consente di finanziare le ricerche sulle linee cellulari create prima del 31 dicembre 2003”. Ma questo è esattamente quello che al Consiglio Europeo straordinario di lunedì 24 non è accaduto. In quella sede infatti si è dato il via libera alla ricerca su linee cellulari già esistenti ma senza alcun limite di tempo. In questo modo i cattolici binettiani hanno avallato la decisione di Mussi di revocare la firma italiana sulla riserva etica e l’uscita dalla minoranza di blocco, ottenendo in cambio il via libera alla ricerca sulle staminali embrionali nella totale incertezza  normativa. Da quanto tempo quelle linee cellulari devono essere “già esistenti”, da ieri? Da un mese? Da un anno? E chi lo verifica. E comunque quelle cellule non provengono in ogni caso da embrioni distrutti? Lo stesso Mussi ha riconosciuto, dopo la decisione del Consiglio, che nel testo approvato c’è un “filo di ipocrisia”. A lui sembra tollerabile. Quanta sono disposti a tollerarne i cattolici binettiani?

I nostri amici cattolici binettiani hanno infine e più gravemente perso davanti alle loro coscienze. Tutte le loro acrobazie per spalleggiare il governo Prodi senza tradire il mandato di chi li ha eletti in nome dei quei “principi non negoziabili” di cui si dicevano paladini, si sono rivelate inutili e un po’ patetiche. Prendete l’argine dietro cui hanno scelto di difendere gli ultimi resti della loro credibilità: “gli embrioni crioconservati non impiantabili”. Non ha senso alcuno. Nel caso infatti della stragrande maggioranza degli embrioni congelati sia in Italia che in Europa si tratta di embrioni in uno stadio iniziali, di 4-8 cellule. Se una sola di queste è viva l’embrione è – seppure con minori possibilità di successo – impiantabile. Se sono morte tutte le cellule, l’embrione è inutile anche alla ricerca.

Questo triste gioco di sofismi linguistici e compromessi ambigui dovrebbe finire. Ai cittadini, gli stessi che hanno disertato il referendum sulla legge 40, è chiara una sola cosa: se l’embrione è già una persona allora, che sia congelato, sorvrannumerario, non impiantabile, fresco o scaduto, non lo si deve toccare. Altra cosa se lo si considera una muffa, un ricciolo di materia, zona grigia o quello che sia. Da che parte stanno i cattolici binettiani? Basta dirlo.