Tredici cristiani crocifissi in Sudan. La denuncia al Sinodo per l’Africa

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Tredici cristiani crocifissi in Sudan. La denuncia al Sinodo per l’Africa

16 Ottobre 2009

Monsignor Hiiboro Kussala è vescovo del­la diocesi di Tombura Yam­bio, nel Sud del Sudan. Al Sinodo per l’Africa parla della persecuzione contro i cristiani. Racconta che “il 13 agosto i ribelli sono entrati nella chiesa della mia parroc­chia e hanno preso tante per­sone in ostaggio.

Mentre fug­givano nella foresta, ne han­no uccise sette: li hanno croci­fissi agli alberi”. Un racconto riportato dal Corriere della Sera che testimonia come i massacri non cessino nel Darfur, malgrado l’incriminazione del presidente Al Bashir decisa dal Tribunale internazionale del­l’Aja per crimini contro l’uma­nità. Monsignor Kussala aggiunge che in Sudan testimoniare il Vangelo vuol dire rischiare il martirio: “Stanno uccidendo la gen­te, bruciano le loro case, le chiese: questo è martirio”.

Andare alla messa, partecipare alle attività di parrocchia sono cose che la gente teme “perché i ribelli continuano a uc­cidere la gente. Ma noi non vogliamo morire: tutto que­sto rafforza la fede della gen­te, la gente continua a venire in chiesa”, spiega il vescovo di Tombura Yambio.