Tremonti dichiara guerra alle banche e punta all’alleanza con Draghi

Banner Occidentale
Banner Occidentale
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Tremonti dichiara guerra alle banche e punta all’alleanza con Draghi

26 Maggio 2009

Giulio Tremonti e le banche sono ormai ai ferri corti. Ieri il ministro dell’Economia è tornato a sferrare duri attacchi agli istituti di credito, prima durante l’assemblea di Confcooperative e poi nella trasmissione televisiva Porta a Porta.

I banchieri, ha detto, «guardano solo alla propria immagine e non all’interesse delle imprese». Invece, «le signore banche» devono «fare il loro mestiere» per aiutare l’Italia a uscire dalla crisi. Gli istituti «fanno finanza fine a se stessa: aumenta la raccolta ma non gli impieghi alle industrie. Quindi serve più riflessione e considerazione da parte di tutti». Parole pesanti che arrivano, non a caso, a ridosso dell’assemblea annuale della Banca d’Italia che si terrà venerdì prossimo. Il ministro, infatti, si augura di trovare un alleato forte nel governatore Mario Draghi, che nelle considerazioni finali traccerà il bilancio di un anno di crisi finanziaria.

L’obiettivo di Tremonti è ottenere dal numero uno di Palazzo Koch il riconoscimento ufficiale all’azione dell’esecutivo per gli interventi messi in campo a sostegno del sistema creditizio. E allo stesso tempo spera in un richiamo autorevole nei confronti delle banche che in tal modo sarebbero messe con le spalle al muro e costrette a rispondere delle loro responsabilità verso famiglie e imprese che da mesi denunciano difficoltà nel trovare nuovi finanziamenti. Se la relazione di Draghi andrà dritta in questa direzione, saranno notevoli anche le ricadute politiche a favore del governo che incasserebbe un bel premio in vista delle prossime scadenze elettorali.

D’altronde la linea di Tremonti è chiara: «Il governo la sua parte l’ha fatta, mettendo decine di miliardi in circolo». Quindi tutta la colpa deve essere addossata alle banche se le imprese continuano a denunciare la chiusura dei rubinetti del credito. «Ti dicono che il cavallo non beve, ma forse qualcuno ha chiuso i rubinetti al cavallo – dice il ministro – Ti dicono che i nostri tassi sono più bassi della media europea, ma dipende da come fai le medie. Io mi fido di più di come le fanno gli artigiani di Mestre». Pronta la replica dell’Abi, l’associazione che rappresenta le banche italiane presieduta da Corrado Fissola: «I dati che abbiamo diffuso la scorsa settimana in occasione del Liquidity Day sul livello dei tassi attivi in Italia, più bassi di quelli medi europei, sono di fonte Bce e Banca d’Italia».

Chi ha ragione? Una cosa è certa, associazioni di categoria e consumatori in questi mesi hanno più volte dichiarato di aver riscontrato un atteggiamento ostile allo sportello: finanziamenti erogati con il contagocce, lettere di rientro dai prestiti inviate in modo selvaggio, richieste di maggiori garanzie, revoche di fidi già concessi, tassi d’interesse sempre più onerosi nonostante il costo del denaro fissato dalla Bce sia ai minimi storici.

Parlando dei Tremonti-bond, il ministro ha ribadito: «Non li ho inventati io ma sono stati fatti in Europa e non servono per le banche ma per le imprese». Gli istituti, ha aggiunto, finora li hanno utilizzati poco «perché dicono che costano troppo», ma questo atteggiamento «indica il relativo grado di impegno» per combattere la crisi (in proposito si veda l’Occidentale del 12 maggio 2009). Le risorse messe a disposizione delle imprese italiane, ricorda Tremonti, ammontano a circa 10 miliardi di euro «che grazie all’effetto leva arrivano fino a 100 miliardi di credito. Però non possiamo costringere le banche». Ma «convincerle» sì, questo è possibile dice il ministro.

Una spinta persuasiva potrebbe arrivare proprio dalla relazione annuale di Draghi. Il governatore della Banca d’Italia in più occasioni ha detto che i banchieri devono valutare con attenzione il merito di credito stando attenti a non far mancare i finanziamenti all’economia. L’alleanza con Tremonti, quindi, esiste già, attende solo di essere consacrata all’assemblea di venerdì in via Nazionale.