Treno deraglia a Merano: 9 morti, 2 dispersi

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Treno deraglia a Merano: 9 morti, 2 dispersi

12 Aprile 2010

Tragedia nel Meranese. Almeno nove persone sono morte per il deragliamento di un treno regionale. Ci sono anche diversi feriti (una ventina secondo i Carabinieri), alcuni gravi. "Si tratta di un treno piccolo, un paio di vagoni. Non c’erano molte persone a bordo perché usualmente le ore più affollate sono al mattino presto o nel primo pomeriggio – ha detto un carabiniere -. Ci sono dai 15 ai 20 feriti, dei quali 3-4 hanno riportato ferite più serie". L’incidente è avvenuto lunedì alle 9: il convoglio è deragliato tra Laces e Castelbello sulla linea della val Venosta che congiunge gli abitati della vallata con Merano ed è molto utilizzata da studenti e pendolari. Il tratto, a binario unico, è gestito dalla società Infrastrutture Ferroviarie Alto Adige (Südtiroler Bahnanlagen, Sba).

Dieci feriti sono stati portati all’ospedale di Merano, che dista poche decine di chilometri dal luogo della disgrazia. Come ha detto il primario Norbert Pfeiffer, "al momento è troppo presto per parlare di prognosi". I feriti hanno riportato traumi cranici e traumi al torace. Molte le escoriazioni. Uno ha un femore fratturato. Una ventina di persone sono state smistate negli ospedali di Silandro e di Bolzano. Per il trasporto dei feriti è una continua spola di elicotteri. I tecnici hanno recuperato la scatola nera: è visibilmente danneggiata ed è stata posta sotto sequestro dai carabinieri.

E’ stata una frana sulla linea ferroviaria a provocare il deragliamento del treno R108: partito da Malles alle 8.20, era atteso a Merano alle 9.43. La disgrazia è avvenuta in un punto dove i binari attraversano una stretta gola. Un’altra ipotesi che viene formulata è quella di uno smottamento del terreno, che avrebbe spostato un tratto della sede ferroviaria. La strada attigua alla linea ferroviaria, la statale 38 dello Stelvio, è stata chiusa al traffico per consentire l’afflusso dei mezzi di soccorso. La Protezione civile ha allestito una sede operativa in loco e sono al lavoro i tecnici della società Sad, che ha avviato un’inchiesta interna per appurare la dinamica dell’accaduto. La portata della frana era di 400 metri cubi. Lo ha detto il capo dei geologi della Provincia di Bolzano Ludwig Noessing. "Data la massa relativamente notevole dello smottamento – ha detto – l’impatto ha sviluppato un’energia notevole". La frana aveva una larghezza di 10 – 15 metri. "Si è trattato – ha spiegato – di una frana di superficie, causata da infiltrazioni d’acqua".

Poco prima dell’incidente, avvenuto lunedì mattina, un altro convoglio era passato nello stesso punto senza problemi. "È stata una questione di pochi minuti – ha detto il direttore della linea ferroviaria, Helmuth Moroder -. Poco dopo, alle 9.03, è passato il treno diretto a valle che è andato a finire contro la frana. Con tutta probabilità a far cadere la frana è stata la rottura di un tubo per l’irrigazione dei campi a monte della massicciata". Un’ipotesi confermata da un primo sopralluogo dei tecnici che hanno trovato un difetto in un impianto di irrigazione a monte della frana. Rompendosi, l’impianto avrebbe allagato il terreno sottostante, rendendolo instabile fino a farlo franare. A monte del posto della disgrazia – ha detto – non ci sono infatti corsi d’acqua o invasi. Per Moroder è stata "una fatalità incredibile" a causare l’incidente, dato che "l’impianto è munito di un sistema di sicurezza che provvede a un blocco automatico nel caso della caduta di una frana sulla massicciata. La fatalità ha voluto che la frana si sia staccata proprio mentre passava il treno, che così è stato investito in pieno". Sul posto sono arrivati oltre al presidente della provincia autonoma di Bolzano Luis Durnwalder, il procuratore di Bolzano Guido Rispoli e il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Altero Matteoli.

"Si tratta senza ombra di dubbio della più grande tragedia ferroviaria mai avvenuta in provincia di Bolzano – ha detto il governatore Durnwalder -. Vogliamo portare il cordoglio del governo altoatesino a tutti i parenti delle vittime. Faremo tutto il possibile per aiutare e dare conforto a chi ha perso i propri cari in questa tragedia. Il nostro grazie va comunque ai soccorritori, il cui intervento è stato pronto e immediato". Dal Pdl la deputata Michaela Biancofiore chiede che si avviata subito un’inchiesta per accertare le cause dell’incidente e "se le società di trasporto locale abbiano la necessaria esperienza per la gestione dei trasporti su rotaia e la relativa manutenzione". Il capogruppo del Partito Democratico in commissione Trasporti alla Camera, Michele Meta, chiede di "approvare la nostra proposta di legge depositata in Parlamento che istituisce un’Authority indipendente sui trasporti, con funzioni di controllo e vigilanza, tali da spezzare quello strano meccanismo italiano dove il controllato è anche controllore".

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ha espresso la sua solidarietà ed affettuosa vicinanza alle persone colpite dalla tragedia, chiedendo di rappresentare ai familiari delle vittime la sua commossa partecipazione al loro cordoglio ed ai feriti gli auguri di una pronta guarigione.

La linea della val Venosta è una delle più moderne dell’Alto Adige. Realizzata su un tracciato preesistente, è stata inaugurata nel 2005. Di prima mattina il servizio viene rafforzato, per far fronte alla maggior domanda di trasporto di lavoratori e studenti, mentre nei fine settimana i convogli circolano in gran parte in doppia trazione. In più ogni due ore c’è un collegamento diretto con i treni espresso regionali, che nel tratto dalla bassa val Venosta si fermano solo nelle località principali e permettono di spostarsi dall’alta val Venosta a Merano in tempi più rapidi. Questi treni espresso – che circolano soltanto nelle giornate feriali – proseguono poi per Bolzano, garantendo un collegamento diretto anche con il capoluogo.