Trento sale, Torino scende nella mappa italiana del benessere

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Trento sale, Torino scende nella mappa italiana del benessere

Trento sale, Torino scende nella mappa italiana del benessere

08 Novembre 2022

Il Trentino eterna terra di benessere. Il Nord-Est che non è solo produttivo, ma anche un concentrato virtuoso di affari e lavoro, ricchezza e reddito. E l’enorme crepa che si è determinata tra Centro-Nord e Sud-Isole. Nell’annuale Rapporto sulla Qualità della Vita prodotto da Italia Oggi e L’Università La Sapienza, assieme a Cattolica Assicurazioni, in verità non salta all’occhio nulla di diverso dalla fotografia dell’Italia degli ultimi anni. La pandemia ci ha messo il suo carico, la distanza in termini di ricchezza e di servizi tra le città del Nord e il Sud tende ancor di più ad allargarsi.

Ormai è solo pura curiosità sapere se Trento sia in testa (per il 2022 lo è, lo scorso anno c’era Parma, stavolta settima) oppure “solo” sul podio, nella lista delle città più ricche e dispensatrici di benessere. Oppure ancora scoprire chi riesce a emergere nel triangolo Bologna-Firenze-Milano, mentre a Crotone spetta sempre il cucchiaio di legno. Il Meridione non piazza nessuna città tra le prime 32 in classifica e difficilmente cambierà qualcosa, specie se i nove parametri considerati nell’analisi rimarranno sempre gli stessi. Affari e lavoro, ambiente, istruzione e formazione, reddito e ricchezza, sicurezza sociale, tempo libero.

Forse è il criterio delle classifiche di questo tipo che merita di essere rivisto, non solo in Italia. Nella classifica stilata su Numbeo (che è il più grande database al mondo di informazioni su città e nazioni, fornite direttamente dagli utenti) sulla qualità della vita nelle città nei primi sei mesi dell’anno in corso – che vede in testa Canberra, Adelaide e L’Aja e Genova prima italiana al 133esimo posto (49esima per Italia Oggi/La Sapienza) – ci sono gli stessi tipi di indicatori. Dal costo della vita, ai parametri del mercato immobiliare, poi la situazione sanitaria, l’indice di permanenza nel traffico, il tasso di criminalità, l’indice di inquinamento e l’indice climatico. Tutti basati sull’economia, praticamente nulla sulla misurazione del grado di “felicità” dei cittadini, che non è dato solo da servizi o soldi in tasca.

Tornando alla classifica di Italia Oggi/La Sapienza, emerge la scomparsa di Torino dalla prima fetta di classifica. Il capoluogo piemontese è 54esimo, era 19esimo nella classifica del 2021. D’altronde, un’analisi emersa alla decima conferenza nazionale di Ifel (Istituto per la finanza e l’economia locale dell’Anci) lo scorso dicembre, ha quantificato in cinque miliardi di euro il disavanzo comunale complessivo di Napoli, Torino, Palermo e Reggio Calabria. In sostanza, con i conti in rosso, miracoli se ne fanno pochi. Servono idee, ripensare le città, lavorare sulla rigenerazione urbana, sfruttando il potenziale delle periferie, poco centrali nelle politiche di sviluppo. Ma come si fa senza risorse, o quasi?