Trivelle: le ragioni di Zaia e l’interesse dell’Italia

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Trivelle: le ragioni di Zaia e l’interesse dell’Italia

Trivelle: le ragioni di Zaia e l’interesse dell’Italia

10 Novembre 2022

Luca Zaia, il governatore del Veneto, non può certo essere accusato di governare con le mani in tasca. È uomo del fare, in una terra produttiva che traina la nostra economia. Zaia ha, legittimamente, le sue idee. Era nel fronte referendario contro le trivelle e oggi al Corriere rivendica quella scelta. Spiegando che lui le opere che servono al Veneto le ha realizzate, che sui rigassificatori non ha nulla da ridire, ma le trivelle no, “non cambio idea”.

Zaia apre quindi un fronte con il governo centrale che invece ha deciso di sfruttare maggiormente i nostri giacimenti nazionali. Il governatore dichiara, uno, di avere dalla sua le ragioni della scienza e, due, di voler difendere il turismo nella sua regione. Il problema del Polesine, dice Zaia, è la subsidenza, ovvero i fenomeni di abbassamento del suolo.

La subsidenza è un fenomeno naturale ma può anche avere cause antropiche, determinate dalle azioni dell’uomo. La comunità scientifica, e nello specifico la geologia, però, sembra concordare sul fatto che di per sé trivellare, cioè fare un buco per terra, non determina subsidenza. Il rischio può arrivare dopo, in fase di estrazione del gas. Ma è proprio questo rischio che gli esperti con le amministrazioni locali dovrebbero monitorate, insieme ad altri fattori ambientali.

Come il rumore, le emissioni in atmosfera, il controllo delle falde acquifere e così via. Il no preventivo a nuovi “buchi” insomma non sembra legato al rischio geologico. Aggiungiamo pure che nel mondo ci sono milioni di pozzi, in Italia solo 200. La produzione di idrocarburi nel nostro Paese non è mai stata così bassa da decenni. E negli ultimi 50 anni non è stato registrato alcun pericolo geologico in Adriatico determinato dalle trivelle.

Veniamo al secondo punto. “La prima industria del Veneto è il turismo, la metà del fatturato viene proprio dalle spiagge”, spiega Zaia. Il turismo è fondamentale per l’Italia. E’ uno dei settori che ci ha permesso di tenere il Pil in territorio positivo nell’ultimo trimestre. Va valorizzato in tutti modi. Dall’Italia, però, si vedono le trivelle della Croazia in azione. La Croazia, come l’Italia, punta tanto sul turismo. Ma usa anche le trivelle.

Zaia ribatte dicendo che i fondali tra le due sponde dell’Adriatico sono diversi. E torniamo alla subsidenza. “La preoccupazione è diffusa tra la nostra gente, non è un problema di colore politico,” conclude il governatore. Si potrebbe obiettare che gli italiani, imprese e famiglie, sono preoccupati, a dir poco, per il caro energia. Abbiamo settori della nostra economia che rischiano di fermarsi.

Inseguendo le ragioni di chi credeva che saremmo diventati indipendenti sulla energia, investendo solo sulle rinnovabili, ci siamo ritrovati strozzati dal regime di Putin. La questione allora è ancora una volta non mettere uno contro l’altro ambiente e sviluppo. Paesi attenti all’ambiente come la Norvegia continuano a trivellare. A estrarre gas e petrolio. A usarlo in casa e venderlo fuori.

Uno sforzo in più per aprire nuovi pozzi, estrarre gas e soddisfare parzialmente il fabbisogno delle industrie energivore nazionali dovremmo farlo. L’obiettivo dello Stato, degli enti locali, delle imprese, della scienza, dovrebbe essere unitario: tutelare il territorio, non devastarlo, come accusano i NoTriv quando si parla di estrazioni di gas.

Rispondere al proprio elettorato è certamente comprensibile per chi amministra un territorio e lo fa anche molto bene, come Zaia. Esercitare la propria autonomia nel governo dei territori è una delle ragioni sociali della Lega. Tutelare l’interesse nazionale però dovrebbe essere un dovere, soprattutto in una congiuntura geopolitica sfavorevole come quella che stiamo vivendo.