Trivelle, stop della Consulta ai ricorsi delle Regioni

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Trivelle, stop della Consulta ai ricorsi delle Regioni

10 Marzo 2016

La Corte costituzionale definisce inammissibili i ricorsi per conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato promossi dalle Regioni sulla questione delle trivellazioni offshore. I ricorsi, che riguardavano la "pianificazione delle attività estrattive degli idrocarburi" e la "prorogabilità dei titoli abilitativi a tali attività", erano stati sollevati nei confronti del Presidente del Consiglio, del Parlamento e dell’Ufficio centrale per il referendum presso la Cassazione. La Consulta ha bocciato i ricorsi perché non c’è stata la volontà di sollevare i conflitti "da almeno cinque dei Consigli regionali che avevano richiesto il referendum prima delle modifiche legislative sopravvenute".

 

"In data odierna la Corte costituzionale ha dichiarato inammissibili i ricorsi per conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato promossi nei confronti del Presidente del Consiglio dei ministri, del Parlamento e dell’Ufficio centrale per il referendum presso la Corte di cassazione, in relazione alle richieste referendarie inerenti alla pianificazione delle attivita’ estrattive degli idrocarburi e alla prorogabilita’ dei titoli abilitativi a tali attivita’", si legge nella decisione della Corte. "Non e’ stata, infatti, espressa la volonta’ di sollevare detti conflitti da almeno cinque dei Consigli regionali che avevano richiesto il referendum prima delle modifiche legislative sopravvenute".

 

Secondo Ansa, Regione Puglia e Regione Veneto, in prima fila nel referendum del 17 aprile contro le trivellazioni, si preparano a depositare due ulteriori ricorsi per impugnare di fronte alla Corte Costituzionale le norme in materia di trivellazioni sul piano aree e sulle proroghe delle concessioni. A promuovere i ricorsi erano stati sei Consigli Regionali, Basilicata, Puglia, Liguria, Marche, Sardegna, Veneto, tutti schierati per il sì al referendum sulla durata delle concessioni per le trivellazioni entro le 12 miglia marine. Anche altri quesiti referendari erano già stati bocciati dalla Cassazione. Secondo il presidente del Consiglio della Basilicata, Piero Lacorazza, anche lui in prima fila nel referendum notriv, "l’esito di oggi sui conflitti è negativo, pur nel rispetto della decisione della Corte".

 

"Rispetto per la decisione della Corte Costituzionale, anche perché questa sentenza fa giurisprudenza nel caso in cui le Regioni, attraverso l’articolo 75 della Costituzione, dovessero attivare iniziative referendarie" ha commentato il piddino Lacorazza (Pd), "si era davanti a un percorso inedito, e i tempi erano molto stretti per attivare procedure che riapprodassero nei Consigli regionali. Tuttavia, non siamo di fronte a un giudizio di merito, e quindi non sapremo mai se con le modifiche alla legge di Stabilità sono stati elusi i quesiti sul Piano delle aree e sulla durata delle concessioni".

 

"In queste ore le Regioni Puglia e Veneto hanno annunciato che domani saranno depositati ricorsi di legittimità costituzionale sugli articoli della legge di Stabilità che riguardano proprio questi temi, e tra aprile e maggio la Consulta ha già in calendario il contenzioso: ma a breve invece tutto può essere risolto democraticamente con il voto del 17 aprile, che si carica quindi di ulteriore peso e significato politico".