Trump e Taiwan, telefonata non era “gaffe”. Kissinger media con Pechino

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Trump e Taiwan, telefonata non era “gaffe”. Kissinger media con Pechino

07 Dicembre 2016

A quanto pare la telefonata tra il presidente eletto Donald Trump e la presidente di Taiwan, Tsai Ing-wen, non era una gaffe. Dopo che lo speaker della Camera Usa, Paul Ryan, il più alto dirigente eletto del partito repubblicano, ha difeso la telefonata fra Trump e Ing-wen, rivelando di aver parlato anche lui con la presidente di Taiwan circa due mesi fa, la Cina alza la polemica chiedendo agli Usa di non ospitare nel Paese la presidentessa. 

Non accettare la chiamata sarebbe stato “considerato una mancanza di rispetto”, ha spiegato Ryan, sostenendo che per il presidente eletto è “prudente” accettare le telefonate di congratulazioni. Quanto alle polemiche per il colloquio, che ha suscitato la protesta ufficiale di Pechino, a suo avviso si tratta di “molto rumore per nulla”. Secondo indiscrezioni, la leader taiwanese potrebbe fermarsi a New York per avere colloqui col team del presidente eletto. 

La leader di Taipei aveva chiamato Trump per congratularsi per l’elezione del nuovo presidente, un passo formale ma che ha fatto suonare tutti i campanelli d’allarme in Cina, in quanto Pechino non riconosce Taiwan, che considera parte integrante del territorio nazionale. Il Liberty Times, quotidiano dell’isola asiatica, ha riferito che Tsai potrebbe tentare d’incontrare i membri del team di Trump a New York, facendo uno stop nel tragitto che la dovrebbe portare in America centrale. Il viaggio dovrebbe aver luogo prima dell’inaugurazione della presidenza Trump, il 20 gennaio.

Taiwan ha relazioni diplomatiche con 22 stati e i leader dell’isola visitano regolarmente gli alleati nell’America centrale e nei Caraibi, spesso facendo degli stop negli Usa per incontrale personalità con le quali intrattengono relazioni positive. “La vera intenzione (di Tsai) è evidente”, ha detto il ministero degli Esteri di Pechino. “Noi speriamo – ha continuato – che l’America si attenga al principio della politica dell”Unica Cina e ai tre principi dei comunicati congiunti Usa-Repubblica popolare cinese e non consenta il transito” della presidentessa”.

Tutti i paesi che intrattengono relazioni diplomatiche formali con la Cina – come gli Stati Uniti – non ne hanno con Taipei e viceversa. Sia Pechino che Taiwan si considerano l'”unica Cina”. Gli Usa sono il principale fornitore di strumenti di difesa di Taiwan, pur avendo relazioni con Pechino. Intanto Trump torna a incontrare il 93enne ex segretario di Stato, Henry Kissinger, appena tornato proprio dalla Cina dove è stato ricevuto dal presidente Xi Jinping.

Il viaggio a Pechino di Kissinger, che preparò il terreno per la storica visita del presidente Richard Nixon in  Cina nel 1972, è stato letto come volto a rassicurare sul futuro inquilino della Casa Bianca. Trump e Kissinger si erano gia visti all’indomani delle elezioni e il viaggio in Cina del leggendario capo della diplomazia Usa è coinciso con la bufera scatenata dalla telefonata con Tsai Yng-wen. Era dal 1979 che Washington non aveva relazioni diplomatiche con Taipei, dopo il disgelo con la Cina.

La Casa Bianca ha comunque contattato la dirigenza cinese per ricucire lo strappo. “Solo una gentilezza”, ha detto Mike Pence, il vice di Trump. I Repubblicani comunque continuano a guardare con ostilità la possibile guerra tariffaria minacciata da Trump contro le delocalizzazioni delle aziende Usa in Oriente, sostenendo che una riforma fiscale sarà più efficace delle punizioni doganali. Insomma, il nuovo presidente per quanto con un Congresso in mano ai repubblicani, dovrà sudare per far passare alcuni dei suoi progetti.