Trump firma l’uscita degli Usa dal Tpp
23 Gennaio 2017
Lo aveva promesso ed è stato di parola. Ilpresidente degli Usa, Donald Trump, oggi ha firmato il decreto per il ritiro di Washington dal Tpp (Trans-Pacific Partnership): l’accordo di libero scambio tra gli Usa e il Canada e gli altri dieci Paesi del Pacifico (Australia, Brunei, Cile, Giappone, Malesia, Messico, Nuova Zelanda, Perù, Singapore e Vietnam).
“Ne abbiamo parlato per molto tempo” ha detto il Don dopo aver firmato l’ordine esecutivo nello studio ovale. La decisione pare sia piaciuta ad uno come Sanders, rivale alle primarie democratiche della Clinton, ma non al senatore McCain. “Un errore serio che avrà conseguenze durature per l’economia americana e la nostra posizione strategica nella regione Asia-Pacifico”, perché permetterà alla Cina “di riscrivere le regole economiche alle spese dei lavoratori americani e manderà un segnale preoccupante di un disimpegno americano nella regione che non ci possiamo permettere”.
L’accordo perfezionato al Atlanta nel 2015 aveva come scopo l’abbattimento delle barriere del commercio tra le nazioni che rappresentano circa il 40% della produzione economica mondiale. Il Tpp era stato negoziato dal governo dell’ex presidente Barack Obama che ne aveva fatto una delle sue priorità in materia commerciale inserendo l’intesa nella sua strategia per approfondire i rapporti con la ragione Asia-Pacifico.
Oggi Trump ha incontrato anche diversi manager dell’industria manufatturiera americana: “Vogliamo iniziare a produrre di nuovo i nostri prodotti“, è l’esortazione che ha rivolto loro.
“La cosa più grande è che noi taglieremo i regolamenti in modo massiccio, credo che li taglieremo del 75%”. E ancora: “Se qualcuno vuole creare una fabbrica, tutto sarà veloce, si dovrà affrontare una procedura ma sarà veloce, ci prenderemo cura dell’ambiente, della sicurezza, ma voi svolgerete un enorme servizio”.
Nel salutare Michael Dell, di Dell Technologies, Trump ha poi aggiunto: “Quando Dell vorrà realizzare qualcosa di mostruoso o speciale, noi daremo la nostra approvazione molto velocemente”. Ma poi ha rivolto un monito alle compagnie che producono all’estero, tornando a minacciare dazi: “Imporremo una tasse di confine molto più pesante quando faranno entrare i prodotti”. Tra gli altri capi industria che Trump ha incontrano si segnalano: Jeff M. Fettig (Whirlpool), Alex Gorsky (Johnson & Johnson), Marillyn A. Hewson (Lockheed Martin), Klaus Kleinfeld (Arconic), Mario Longhi (U.S. Steel), Elon Musk (SpaceX), Kevin Plank (Under Armour), Mark S. Sutton (International Paper) e Wendell P. Weeks (Corning).