Lo “scoop” sulle tasse di Trump? In America merita la pagina 16
29 Settembre 2020
di Vito de Luca
Sfogliando il Wall Street Journal stamattina, su quale pagina troviamo le “rivelazioni” del New York Times, sulle questioni fiscali del presidente Usa, Donald Trump? A pagina 16, quella dei commenti, con il titolo “Trump’s Unhappy Returns”. Tuttavia, come sta capitando sempre più spesso al New York Times, anche questa volta il grande giornale liberal non cita le sue fonti. Il motivo, dicono da New York, è che si potrebbero compromettere le indagini. Intanto, l’altro ieri ha elencato, scrive il WSJ, “10.000 parole sostenendo che Donald Trump ha pagato poche o nessuna imposta sul reddito per molti anni, anche se Trump nega di aver pagato poco”. È ovvio che stanotte, quando in Italia saranno le tre del mattino, Trump ribatterà punto su punto alle accuse, presunte, di elusione, durante il primo faccia a faccia con Biden in vista delle lezioni del prossimo 3 novembre. Trump intanto ha negato di aver pagato così poco. “Gli elettori decideranno a chi credere – prosegue il WSJ – a chi credere – ma un fatto da far notare è che la storia non mostra un comportamento illegale. L’Irs (l’Internal Revenue Service, l’agenzia dei tributi americana, nda) ha avallato tutte le detrazioni richieste da Trump: tranne in un caso, una da 72,9 milioni di dollari rivendicata da Trump, per la quale sono in corso ancora delle verifiche. “Questa è una lotta – scrive ancora il WSJ – che i ricchi avviano sempre con l’Irs, la quale spesso finisce davanti ad tribunale tributario”.