Trump: “Priorità è smantellare l’intesa con l’Iran”. “Ripensare il rapporto con la Nato”
22 Marzo 2016
di redazione
In attesa di un eventuale altro successo elettorale in Arizona, Donald Trump ha speso una giornata nell’«odiata» Washington cercando di ricostruire i suoi rapporti coi leader repubblicani, col Congresso e con le lobby, fin qui accusate di avvelenare l’America. Poi l’incontro con l’Aipac, la lobby ebraica, per assicurare il suo sostegno a Israele.
Il candidato repubblicano in due interventi ha poi detto chiaro e tondo che l’organizzazione della Nato va rivista perché ha un costo che gli Stati Uniti non possono più sostenere. All’inizio si è detto contrario a ogni invio di truppe di terra Usa in Medio Oriente, anche se servissero per sconfiggere l’Isis. È sembrato suggerire anche un drastico ridimensionamento del ruolo militare degli Usa nell’Alleanza Atlantica: «La Nato è stata creata per fronteggiare una situazione diversa, nel frattempo le cose sono cambiate, siamo in un’altra era».
Per poi tornare sulla questione dicendo che gli Stati Uniti devono mantenere il loro peso militare nell’Alleanza, ma devono pagare molto meno. Il "tycoon" ha citato la Corea del Sud che esporta massicciamente verso gli Usa ed è sempre più ricca; ma poi, quando cresce la minaccia nord-coreana, si limita a chiamare Washington che arriva con basi, navi aerei, batterie di missili antimissile. Lo stesso per l’Ucraina "della quale si preoccupano soprattutto gli Usa, anche se è un problema europeo".
Oggi gli Usa coprono il 22 per cento delle spese Nato, mentre il contributo della Germania è salito al 14,5 per cento, quello della Francia all’11 e la Gran Bretagna è arrivata al 10,5 per cento.
Quello della maggior responsabilizzazione degli alleati, soprattutto quelli europei, in materia di sicurezza è uno dei pochi temi sui quali repubblicani e democratici vanno d’accordo. Di recente si è esposto perfino Obama che, parlando di difesa comune e di interventi nel Mediterraneo, ha definito i Paesi della Ue "free riders". Cioè gente che viaggia senza pagare il biglietto.
Oggi gli Usa coprono il 22 per cento delle spese Nato, mentre il contributo della Germania è salito al 14,5 per cento, quello della Francia all’11 e la Gran Bretagna è arrivata al 10,5 per cento.