
Trump si rassegna a metà: dà l’ok alla transizione con Biden, ma continua la battaglia legale

24 Novembre 2020
Dopo aver contestato duramente il risultato delle elezioni evocando ripetutamente “brogli elettorali”, Donald Trump si è rassegnato. Ieri sera, a quasi tre settimane dalle elezioni, Emily Murphy, responsabile della General Services Administration (Gsa), ha riconosciuto formalmente Joe Biden come l’apparente vincitore delle presidenziali, aprendo la strada al processo di transizione dei poteri che Trump teneva bloccato con i ricorsi. È il primo riconoscimento dell’amministrazione Usa della sconfitta di Trump.
Trump si è arreso di fronte alla decisione della Murphy, ringraziandola su Twitter per la sua “salda dedizione e lealtà al nostro Paese” ma denunciando che è stata “tormentata, minacciata e maltrattata”. “E io non voglio vedere che questo accada a lei, alla sua famiglia o ai dipendenti della Gsa”, ha scritto, assicurando che “il nostro caso continua fortemente, proseguiremo la battaglia e credo che vinceremo. Tuttavia, nel miglior interesse del nostro Paese, sto raccomandando che Emily e il suo team facciano ciò che è necessario fare in riferimento ai protocolli iniziali e ho detto al mio team di fare lo stesso”.
La Gsa ha informato il team di Joe Biden che ora può contare sui fondi e le risorse federali previsti e che i suoi consiglieri possono cominciare a coordinarsi con quelli del presidente uscente. La mossa è arrivata dopo che la commissione elettorale del Michigan ha certificato l’esito elettorale contestato da Trump, e il crescente numero di parlamentari repubblicani che denunciava il ritardo nel trasferimento pacifico dei poteri.
Dal canto suo nella sua lettera, la Murphy sostiene di non aver “mai subito pressioni direttamente o indirettamente da alcun dirigente della branca esecutiva, compresi quelli che lavorano alla Casa Bianca o alla Gsa”. E giustifica il ritardo della sua decisione affermando che non voleva anticipare il processo costituzionale del conteggio dei voti.