“Trumponomics”, l’economia Usa vola oltre ogni più rosea aspettativa
02 Ottobre 2017
L’economia USA continua a marciare, e non lo dice qualche sito trumpista ma CNBC, network finanziario del conglomerato delle telecomunicazioni Comcast. Il dato finale sulla crescita americana nel secondo trimestre dell’anno segna un più 3,1%, addirittura qualche decimale sopra le più rosee previsioni degli esperti. Il risultato migliore dall’inizio del 2015. Secondo il World Economic Forum, l’economia Usa è la seconda più competitiva al mondo dopo quella svizzera, spinta dalla innovazione tecnologica e dall’ottimismo dei mercati, mentre per gli economisti del Wall Street Journal – uno dei grandi giornali finanziari che in campagna elettorale si schierarono contro Donald Trump, paventando disastri se l’America fosse finita in mano al tycoon newyorkese – il tasso di crescita del paese resterà al tre per cento anche nel resto del 2017.
I più pessimisti prevedono una leggera flessione dovuta all’impatto degli uragani che hanno sconvolto alcuni Stati americani questa estate, ma l’incidenza sul Pil non dovrebbe rivelarsi poi così terribile, anzi, la spesa per la ricostruzione potrebbe generare risultati positivi nell’ultimo trimestre di quest’anno e all’inizio del 2018. Il cuore della economia americana resta stabile, cresce l’occupazione, mentre il boom di Wall Street incoraggia gli investitori a spendere. La nuova America di Trump è tornata grande, avevamo scritto qualche settimana fa, e adesso arriva la conferma ufficiale.
Si era detto che Trump era un incapace, il peggior ingresso alla Casa Bianca, un pupazzo nelle mani di Putin, un complice dei “neonazisti” e dei “suprematisti bianchi“. Negli ultimi giorni, si sta cercando di nuovo di far passare il presidente come un razzista, uno che ce l’ha con i neri, con tanto di star miliardarie dello sport e della musica Usa che si inginocchiano in segno di protesta contro il Don. Peccato che The Donald si è semplicemente limitato a dire che gente seduta su milioni di dollari, se non canta l’inno americano, andrebbe cacciata via. Ognuna di queste accuse, il Russiagate, i suprematisti, gli artisti e i giocatori inginocchiati, viene amplificata dai nostri media come se fosse chissà quale notizia, mentre invece poi puntualmente si rivela una bufala, spacciata proprio dalla grande stampa che tanto sdegno prova verso le “fake news”.
In realtò, facendo una analisi dei dati economici, si capisce che il piatto forte della presidenza Trump, il “Maga”, Make America Great Again, è servito. Se i cittadini USA avranno un posto a tavola, come sembra, il presidente Trump avrà conquistato la fiducia del popolo americano oltre a quella dei suoi elettori, mantenendo le promesse fatte in campagna elettorale. E la controprova l’avremo presto con le elezioni di medio termine, mentre al Congresso si affilano le armi sulla attesa riforma del fisco proposta da Trump, il più grande taglio delle tasse negli Usa da tre decenni a questa parte. Certo, c’è il problema del debito da tenere sotto controllo, come osserva qualcuno, ma non si può certo dire che siano solo gli Usa ad avere un problema del genere, e certo non possiamo scriverlo qui in Italia.