Tunisia, se il topless delle Femen aiuta le primavere arabe

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Tunisia, se il topless delle Femen aiuta le primavere arabe

29 Maggio 2013

Le Femen rispuntano in Tunisia e si fanno arrestare in tre, davanti al tribunale di Tunisi, per protestare sempre a seno nudo contro il fermo di Amina Tyler, la ragazza tunisina diciottenne che il 19 maggio scorso aveva sfidato i salafiti davanti a una moschea (e adesso è accusata di profanazione di tombe, sic). Le tre Femen, due francesi e una tedesca, sono finite in cella anche loro per atti osceni in luogo pubblico. L’applicazione del metodo Femen in Tunisia è un fenomeno che dovremmo approfondire e seguire nelle sue evoluzioni.

Il topless, le urla e le pose scioccanti del gruppo Femen, che nei Paesi occidentali rischiano di avere semplicemente un sapore folcloristico, hanno invece un impatto fortissimo sulle società islamiche uscite dalle primavere arabe. E la Tunisia, che in passato è stata uno dei Paesi più aperti e tolleranti verso le donne, potrebbe essere un laboratorio anche per altri Paesi. Per adesso, non si può accusare il governo islamico moderato attualmente al potere in Tunisia di aver esagerato troppo. Certo, dopo il fermo, Amina avrebbe potuto essere liberata prima e magari evitarle il processo sarebbe stato il massimo. In ogni caso, non è stata trattata senza umanità, le vengono riconosciuti almeno parzialmente i suoi diritti, e anche le tre Femen che si sono fatte arrestare per solidarietà potrebbero spingere il Governo verso una mediazione.

Da una parte c’è da rendere conto all’opinione pubblica interna e non talebana, dall’altra non commettere errori di fronte all’Occidente, dove del resto le Femen non è che siano trattate sempre con i guanti bianchi o senza l’uso della forza, visto quello che fanno. Se così fosse, se cioé si preservasse il diritto alla contestazione, anche nelle sue forme più oscene, il governo tunisino darebbe una prova di equilibrio non indifferente e molti che oggi festeggiano il fallimento delle primavere arabe e la restaurazione islamista forse dovrebbero tornare sul loro passi. Se poi le Femen decidessero di concentrare le loro campagne nei paesi più arretrati dell’Islam, probabilmente quella campagna noi la seguiremmo e ne daremmo notizia con estremo piacere.