Turchia, 900 arresti e 1.000 feriti. Erdogan: “Azioni estreme della polizia”
01 Giugno 2013
di redazione
La Turchia è in fiamme e il premier Erdogan è costretto a chiedere scusa dopo le violenze della polizia, 900 arresti e centinaia di feriti tra i manifestanti che protestano per la proposta del Governo di sradicare 600 alberi del Parco Gezi nella centrale piazza Taksim di Instanbul e costruirci sopra una moschea e un centro commerciale. Erdogan aveva promesso il pugno di ferro, spiegando che il Governo sarebbe andato avanti nel progetto, ma ha dovuto fare un passo indietro davanti alla reazione popolare, una ondata anti-islamica come non si ricordava da tempo in Turchia. Gli scontri, scoppiati ieri, dopo le ore di calma nella prima parte della giornata di sabato sono scoppiati di nuovo con forza, mentre la polizia usava cannoni ad acqua e spaerava lacrimogeni dagli elicotteri nel tentativo di disperdere la folla. Erdogan ha dovuto ammettere "azioni estreme" nella repressione dei manifestanti. Sembra che siano almeno 4 le persone tra chi era in piazza ad aver perso la vita durante gli scontri. Almeno per il momento gli ambientalisti l’hanno avuta vinta.