Turchia, “Ad Erdogan non servirei nemmeno un tè”. Finisce in manette
27 Dicembre 2016
In Turchia qualsiasi dichiarazione contro il presidente Erdogan, può portare in carcere. Basta anche dire: “Non gli servirei mai un tazza di tè”. È quanto ha scoperto il cuoco del quotidiano d’opposizione Cumhuriyet, ripetutamente finito nel mirino delle autorità, da ultimo con l’arresto la scorsa settimana di dieci reporter. Il cuoco della mensa del quotidiano, è stato arrestato il 24 dicembre per oltraggio ed è ancora sotto custodia.
Il “crimine” è stato commesso da Buran mentre la vigilia di Natale andava al lavoro: dopo essersi trovato la strada sbarrata dalla sicurezza perché il presidente turco stava tenendo un discorso, Buran pensò di sfogarsi con un agente di polizia, ma la frase “non gli servirei neanche una tazza di tè, a quell’uomo” è stata ritenuta eccessiva. Il quotidiano ha provato a difendere il suo cuoco sostenendo che lo sfogo non poteva essere scambiato per un insulto al presidente, ma per ora senza alcun risultato.
Intanto l’ex direttore di Cumhuriyet, Can Dundar, scampato perfino a un tentativo di assassinio, è scappato in Germania in attesa dell’esito del processo di appello contro la condanna a 5 anni e 10 mesi di reclusione per aver rivelato segreti di Stato. È accusato di aver pubblicato la notizia della consegna di armi da parte dei servizi segreti turchi a formazioni jihadiste in Siria. Dundar, che si è dimesso da direttore e continua solo a scrivere come editorialista, è ricercato dalla giustizia turca che ha spiccato contro di lui un mandato di cattura internazionale.