Turchia, Erdogan estende lo stato di emergenza e sospende la convenzione europea dei diritti umani
22 Luglio 2016
Con 346 voti a favore e 115 contrari, è arrivata l’approvazione del Parlamento turco allo stato di emergenza per la durata di tre mesi. Presidente e governo vengono pertanto investiti di poteri speciali ed estesi. In base all’articolo 120 della Costituzione turca, lo stato d’emergenza non può essere proclamato per più di sei mesi, il Parlamento ha il potere di interromperlo o di estenderne la durata per periodi di quattro mesi rinnovabili.
Tra i partiti di opposizione, i nazionalisti del Mhp avevano pubblicamente deciso di appoggiare lo stato d’emergenza perché “nell’interesse nazionale”, come dichiarato dal leader Devlet Bahceli. Profondo allarme, invece, nel principale partito di opposizione, il repubblicano Chp: “Questa è disonestà , ingratitudine, un golpe civile contro il Parlamento”.
Per l’Hdp, partito per i diritti delle minoranze in cui si riconoscono i curdi, “il tentativo di golpe del 15 luglio si è trasformato in un’opportunità per liquidare chi contesta il governo e per limitare ulteriormente i diritti democratici e le libertà . La gente è stata costretta a scegliere tra un golpe e un regime”.
Ma forse per Erdogan lo stato d’emergenza è una misura troppo blanda: ecco allora anche la sospensione della Convenzione europea sui diritti umani.
Sei giorni dopo la convulsa notte del golpe abortito, Erdogan stringe con ancora più forza il bavaglio sulla bocca dell’opposizione mettendo l’intero Paese “sotto tutela”. Il vicepremier e portavoce del governo Numan Kurtulmus ha aggiunto: “D’altronde, se lo ha fatto la Francia…”, ha aggiunto con un sorriso beffardo destinato al titolare dell’Eliseo. Un modo per rinfocolare la polemica con Parigi avviata da Erdogan durante il suo discorso di mercoledì sera: ha paragonato lo stato d’emergenza deciso per la Turchia, all’analoga misura adottata in Francia dopo gli attentati terroristici.
Il regime liberticida di Ankara sta facendo del suo meglio per normalizzare un Paese che ancora si pensa, misteriosamente, “europeo”. Inoltre, dopo il divieto di espatrio per tutti i dipendenti pubblici, in seguito al fallito golpe, il governo turco ha annullato i passaporti di 10.856 persone. Lo ha reso noto il ministro dell’Interno, Efkan Ala. Per i turchi il passaporto è un documento d’identità molto importante, tanto che non viene usato solo per i viaggi all’estero ma anche nel territorio nazionale.