Turchia-Germania, la tensione è alta. Berlino: Visti? Non ci faremo ricattare da Ankara
02 Agosto 2016
Scintille tra Turchia e Germania il giorno dopo la manifestazione di Colonia, dove migliaia di turchi sono scesi in piazza per esprimere sostegno al loro presidente Erdogan. Il governo turco a metà giornata ha convocato l’incaricato d’affari tedesco ad Ankara. Il passo arriva dopo le proteste per il divieto, sancito dalla Corte Costituzionale tedesca, di trasmettere un video di Erdogan ai manifestanti.
Il Ministero degli Affari Esteri tedesco ha però minimizzato l’iniziativa diplomatica: “Nelle relazioni fra Stati è una cosa quotidiana, normale, che accade cento volte, che il rappresentante di uno Stato sia pregato di recarsi al Ministero degli Affari Esteri del paese ospitante” ha detto il portavoce del dicastero Martin Schaefer, rimarcando che “non c’è niente di eccezionale”.
Il governo, dopo la proclamazione dello stato d’emergenza di tre mesi, ha decretato la chiusura delle accademie di guerra e delle scuole militari, che saranno rimpiazzate da un ateneo ex novo. E intanto sono stati arrestati altri due soldati che facevano parte del commando incaricato dai golpisti di catturare il presidente turco la notte del 15 luglio scorso. Sale a 11, pertanto, il numero dei militari componenti quel commando catturati dalla polizia turca, che ha diffuso i nomi dei due ultimi arrestati: Mustafa Serdar Ozay e Muammer Gozubuyuk. L’operazione si è conclusa nel sud-ovest del paese.
Il vicecancelliere tedesco Sigmar Gabriel ha esortato l’Europa a non cedere ai “ricatti” della Turchia, dopo che Ankara ha minacciato di non riconoscere più l’accordo con l’Ue sui rifugiati se ai cittadini turchi non sarà consentito di viaggiare nei paesi della Unione senza visto al più tardi entro ottobre. “In nessun caso, né la Germania né l’Europa possono farsi ricattare”, ha avvertito Gabriel, ricordando che Ankara ha dei passi da compiere prima dell’abolizione del regime dei visti. Anche il ministro degli Esteri austriaco, Sebastian Kurz, ha sottolineato che le richieste dell’Ue in merito “sono chiare e devono essere rispettate senza eccezioni”, riferendosi in particolare alla riformulazione della legge antiterrorismo chiesta da Bruxelles.