Turchia, sindacati rinunciano al 1 maggio

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Turchia, sindacati rinunciano al 1 maggio

01 Maggio 2008

I sindacati turchi hanno rinunciato a
festeggiare il 1 maggio in piazza Taksim, nel centro di Istanbul,
dopo il massiccio dispiegamento di forze di polizia seguito al
divieto imposto dalle autorità di tenere manifestazioni, per
ragioni di ordine pubblico.

L’annuncio è stato dato da un
responsabile sindacale, di fronte ai tentativi di alcuni
dimostranti di forzare il blocco delle forze dell’ordine.%0D

A mezzogiorno, la polizia aveva respinto un gruppo di 300-400
persone a uno degli ingressi della piazza, mentre altri gruppi di
dimostranti avanzavano verso Taksim dalla zona popolare di
Kasimpasa, situata sulla baia “Corno d’oro”, all’estremità del
Bosforo. Secondo un accordo concluso con le autorità, riferito ai
manifestanti dal capo della Confederazione sindacale di sinistra
Disk, Suleyman Celibi, i sindacati hanno rinunciato a manifestare
a Taksim, ma un centinaio di rappresentanti sindacali si
recheranno sul posto per depositare un corona di fiori in ricordo
delle vittime del 1977. Le manifestazioni per il 1 Maggio sono
bandite in piazza Taksim proprio dal 1977, quando uomini armati
aprirono il fuoco sui manifestanti, uccidendo 37 persone.

Sono circa 30.000 i poliziotti mobilitati oggi dalle autorità
per far fronte alle centinaia di lavoratori convenuti a Islamabad
per il corteo. Gli agenti sono intervenuti prima dell’inizio del
corteo, disperdendo con gas lacrimogeni e idranti la folla
riunita davanti dalla sede della confederazione sindacale. I
dimostranti hanno quindi cercato rifugio nell’edificio, per poi
urlare dalle finestre slogan come “insieme contro i fascisti”,
“lo Stato assassino dovrà renderne conto”, “siamo il popolo,
abbiamo ragione, vinceremo”. A metà mattinata, gli agenti hanno
lanciato gas lacrimogeni all’interno dello stabile, mentre
all’esterno hanno continuato a usare gli idranti.

Secondo un fotografo presente sul posto, la polizia ha lanciato
lacrimogeni anche in un ospedale vicino, dove si erano recati
dimostranti feriti. Molte persone sono state ferite e “un numero
inprecisato fermate”. Le forze dell’ordine hanno anche disperso
una folla riunita davanti alla sede del settimanale turco-armeno
Agos, il cui direttore, il giornalista di origini armene Hrant
Dink, venne ucciso lo scorso anno da un ultra-nazionalista.
(fonte Afp)

 

fonte: APCOM