Turchia. Sventato un piano contro Erdogan

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Turchia. Sventato un piano contro Erdogan

02 Luglio 2009

È stato rimesso in libertà nella tarda serata di ieri il colonnello della Marina turca Dursun Cicek,  accusato di essere l’autore di una lettera contenente un piano contro il Partito della Giustizia e dello Sviluppo del premier Erdogan.

In seguito a una richiesta dell’avvocato dell’ufficiale, il tribunale civile di Istanbul ha stabilito che l’uomo può rimanere in libertà finché non sarà emessa una sentenza nei suoi confronti.

La presunta lettera di Cicek contiene un piano per screditare il governo filo-islamico dell’Akp e l’organizzazione islamica Nurciuluk del discusso magnate Fethullah Gulen, in esilio da anni, ma del cui rientro in Turchia si discute da quando l’Akp è al potere. Per questo documento, il capitano di vascello Cicek è stato accusato di far parte di una “organizzazione terroristica”.

La lettera era stata pubblicata il 12 giugno sul quotidiano filo-islamico Taraf, aprendo un aspro conflitto tra esecutivo e militari.

Dopo che il procuratore militare ha deciso la scorsa settimana che non c’erano elementi sufficienti per procedere contro l’ufficiale, venerdì notte il parlamento ha adottato in tutta fretta un provvedimento che permette ai tribunali civili di giudicare i militari, scatenando una nuova ondata di polemiche.

Martedì, il tribunale di Istanbul che si occupa del caso “Ergenekon” ha ascoltato nove ufficiali, tra cui Cicek, e nelle prime ore di ieri è scattato l’arresto per quest’ultimo.

Il Capo di Stato Maggiore, Ilker Basbug, ha negato ogni attribuzione di responsabilità, denunciando una “campagna denigratoria” nei confronti dei militari. Il presunto piano eversivo di Cicek, finalizzato a difendere la laicità dello Stato turco, sarebbe collegato alle attività di “Ergenekon”, organizzazione laica e nazionalista che, secondo gli inquirenti, sarebbe responsabile di numerosi omicidi politici, oltre che del programma di colpo di stato supportato da una frangia di militari turchi.

Dal 2007, quando sono partite le indagini, sono stati eseguiti oltre 200 arresti, soprattutto tra intellettuali, giornalisti, avvocati ed ex ufficiali. Per l’opposizione, il processo è solo un espediente con cui il partito filo-islamico al governo cerca di sbarazzarsi dei suoi più accaniti rivali politici.