Tutti gli inciuci sulle unioni civili

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Tutti gli inciuci sulle unioni civili

13 Febbraio 2016

I lavori d’aula di questi giorni confermano due fatti: una trattativa in corso tra Area Popolare e Partito Democratico per quanto riguarda l’eventuale stralcio dell’art.5 sulla stepchild adoption e la campagna acquisti di Denis Verdini per riuscire a creare l’ennesima maggioranza variabile per il voto sul ddl Cirinnà bis.

 

Andiamo per gradi. Area Popolare in queste ultime settimane ha schierato i suoi ‘pesi massimi’ (in particolare la Lorenzin, avvantaggiata dal fatto di essere donna) in tutti i talk show più gettonati a ribadire un concetto: no all’utero in affitto. Abbiamo trovato quindi nei parlamentari di Ncd ed Udc degli strenui oppositori alla possibilità di legalizzare anche in Italia la pratica della maternità surrogata. Battaglia sacrosanta, a rigor di logica, ma non decisiva in quanto non viene messa sul piatto l’unica carta buona da giocare per i centristi: la crisi di governo. Si dice: voteremo contro ma se passa non rompiamo l’alleanza di governo. Per questo si vendono opzioni come il referendum sulla legge Cirinnà o la proposta di introduzione del reato universale dell’utero in affitto.

 

Tutti sofismi raffinati per dire un concetto: caro Renzi, come hai già fatto per le scuole private e per le famiglie numerose, dacci qualche briciola da proporre al nostro elettorato (sempre più ridotto) e noi ci mettiamo proni ad ogni tuo volere. Renzi, da scaltro uomo di governo, sa benissimo che Area Popolare non ha alcuna convenienza a rompere l’asse governativo: che senso avrebbe mettere a repentaglio la maggioranza quando, per la propria sopravvivenza, si spera in un’intesa col Partito Democratico per le prossime politiche? Il problema dell’alleanza con la sinistra in questo momento è ancora più sentito dai centristi, visto che è pericolosamente vicino il primo vero test elettorale, con le amministrative di primavera.

 

Per questo il premier da qualche giorno ha cambiato direzione: dopo aver provato a sondare i terreni con le dichiarazioni delle donne Pd contro la maternità surrogata e la conferma della libertà di coscienza per il voto sulla stepchild adoption, ha contemporaneamente incaricato il fido Verdini di ‘raccattare’ qualche voto qua a la (sopratutto tra i senatori ex PdL favorevoli alle unioni civili) per provare a superare ogni forma, anche blanda, di pressione da parte dei centristi di governo. Come?

 

Prima di tutto ottenendo il voto segreto sull’art.5 del ddl Cirinnà: non c’è modo migliore che oscurare il senato nel momento in cui si deve approvare il passaggio decisivo del provvedimento sulle unioni civili. Avendo ottenuto questo sarà poi molto più semplice per i tanti (di maggioranza e di opposizione) che vogliono costruirsi posizioni di rendita con il principe fiorentino votare si e dichiarare poi alla stampa di aver votato no: non ci sarà la possibilità di controprova.

 

A quel punto Renzi uscirà trionfante dicendo che è il Parlamento italiano che ha voluto anche le adozioni per le coppie omosessuali (mentre lui non ha spinto pubblicamente per questo: nelle ultime esternazioni ‘tira la mano indietro’ dalla stepchild adoption). Naturalmente Ncd e Udc non possono rompere l’asse governativa perché sul voto non c’era alcuna questione di fiducia, e del resto sono stati proprio loro a rassicurare continuamente Renzi sulla tenuta del governo qualunque cosa accada.

 

Questo scenario è più probabile dopo la scelta di Grillo di lasciare libertà di coscienza ai suoi parlamentari sull’art.5: se ci pensiamo bene la prima dichiarazione del leader del Movimento 5 Stelle non parlava di art.5 ma faceva riferimento al ddl Cirinnà in toto. Una volta che Grillo ha visto che Renzi stava provando a chiudere coi centristi sullo stralcio della stepchild adoption ha subito modificato il tiro delle sue dichiarazioni chiarendo l’esplicito riferimento all’art.5. È stato lì che Renzi e i suoi fedelissimi hanno fiutato l’opportunità di approvare il provvedimento così com’è stato presentato dalla senatrice Cirinnà sfruttando il voto segreto e l’astuzia di Denis Verdini nell’ammaliare qualche senatore in libera uscita dai ranghi dei gruppi parlamentari.

 

Come vedete, quindi, ogni giorno si muovono le pedine sullo scacchiere della politica italiana e occorre avere la lucidità di analizzare questi veloci movimenti con l’obiettivo di costruire le debite contromosse. Ora, dunque, occorre orientarsi rapidamente sulla richiesta immediata di voto palese: se prima il voto segreto poteva essere un’opportunità (visto che tutti gli schieramenti erano blindati ai loro posti di blocchi), allo stato attuale una così ampia liquidità all’interno dei gruppi parlamentari va assolutamente affrontata con la richiesta della massima trasparenza durante le operazioni di voto.

 

Col voto palese cosa farà Area Popolare sull’art.5? Cosa faranno i grillini che hanno chiesto libertà di coscienza, i catto-dem e le donne Pd? Dobbiamo costringere i senatori a scoprire le carte sul tavolo in modo che l’appello finale di Massimo Gandolfini dal palco del Family Day non vada perduto. Un voto in grado di bocciare platealmente qualcosa che il governo ha sostenuto con forza può creare non poche frizioni all’interno della maggioranza, capaci anche di portare al ritiro eventuale del provvedimento stesso. I margini sono assai stretti, ma ci si può provare: ci vuole coraggio e intelligenza tattica. Attenzione quindi alle subdole sirene di eventuali “mozioni” per l’introduzione del reato universale della maternità surrogata: tutti strumenti per distrarre l’attenzione e lavarsi la coscienza una volta approvata una legge incostituzionale come quella sulle unioni civili.

 

L’appello che rivolgiamo ai parlamentari amici del Circo Massimo è uno ed uno solo: pretendiamo dall’aula e dal presidente Grasso il voto palese. Gli italiani debbono sapere come i loro parlamentari votano su queste materie così importanti per il futuro della nostra comunità, del nostro paese.