Tutti i colori di falce e martello
06 Dicembre 2007
di redazione
Attenzione, la falce e il martello sono di nuovo sul mercato della politica. La cosidetta “Cosa rossa” ha infatti espulso dal suo nuovo simbolo i vecchi ferri del mestiere per scegliere un più rassicurante arcobaleno.
Bertinotti, Diliberto, Pecoraro Scanio e Mussi si ritroveranno così sotto la sigla “Sinistra-l’Arcobaleno”, avendo ammainato le gloriose insegne del comunismo.
Ma la politica odia i vuoti e quelle stesse insegne, gettate nella polvere, dai precedenti proprietari sono subito divenute preda ambita per molti succedanei. In fila ci sono Marco Rizzo, ancora in bilico nel partito di Diliberto; i “trotkzisti” Cannavò e Turigliatto; “Essere comunisti” di Grassi; “Ernesto” di Giannini, senza contare Marco Ferrando appena uscito da Rifondazione.
La platea dei pretendenti è folta e agguerrita e la gara per aggiudicarsi il bottino si annuncia all’ultimo sangue.
Resta solo un interrogativo: a chi andrà la mummia di Lenin che Diliberto aveva imporvvidamente chiesto di portare in Italia, ora che lui e il suo partito hanno fatto l’arcobaleno?