Ucraina, con Yanukovych si torna ai vecchi metodi di governo

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Ucraina, con Yanukovych si torna ai vecchi metodi di governo

24 Aprile 2010

Il nuovo presidente dell’Ucraina, Viktor Yanukovych, nella sua visita a Washington del 12 aprile per il summit sul nucleare ha cercato di trasmettere un’immagine di stabilità, fiducia e controllo al suo omologo Barack Obama. In realtà, Yanukovych ha già commesso una serie di errori che potrebbe rivelarsi fatale per la sua presidenza, oltre a tenere alla larga gli investitori e ostacolare la modernizzazione del paese.

Il primo errore commesso dal presidente è stato quello di violare la costituzione, cambiando le norme in base alle quali si formano le coalizioni parlamentari dominanti, al fine di permettere al suo partito di porsi alla guida di una partnership con diversi altri gruppi, compresi i comunisti. Questa mossa ha galvanizzato immediatamente la demoralizzata opposizione, riunita attorno all’ex primo ministro Yulia Tymoshenko, sfidante di Yanukovich alle elezioni presidenziali.

Il secondo errore del presidente è stato quello di nominare come primo ministro il suo compare Mikola Azarov, un rigido burocrate il cui nome è sinonimo di corruzione del governo, di imposte spropositate e di ostilità alle piccole imprese. Tale nomina ha fatto svanire ogni speranza nutrita dagli ucraini di vedere Yanukovich promuovere una seria riforma economica.

Il terzo errore va riscontrato nell’approvazione di un gabinetto composto da 29 ministri, invece dei 25 previsti in precedenza; si tratta di un numero estremamente alto che servirà solamente ad aggravare l’incapacità del governo di prendere decisioni serie. Il fatto poi che il consiglio dei ministri non preveda la presenza di donne – Azanov ha sostenuto che le riforme non siano un lavoro adatto alle donne – non ha fatto altro che rafforzare l’immagine del governo come un club disfunzionale di soli uomini.

Il quarto errore è rappresentato dalla nomina di due individui insignificanti – un ex manager di un’azienda agricola statale, e un laureato in economia proveniente da un istituto agricolo sovietico – alla guida dei ministeri di economia e finanza. Nel frattempo il presidente ha creato un Comitato per le Riforme Economiche, formato da 24 ministri, per sviluppare una strategia di trasformazione economica. La dimensione del Comitato finirà per renderlo un luogo di chiacchiere di lavoro, mentre l’incompetenza dei due ministri significa che qualsiasi idea positiva realmente sviluppata dal Comitato rimarrà sulla carta.

Il quinto errore è stato quello di nominare il controverso Dmytro Tabachnick ministro dell’istruzione. Questi, infatti, ha espresso delle opinioni scioviniste che gli ucraini filo-democratici hanno ritenuto profondamente offensive per la loro dignità nazionale, come la convinzione che gli ucraini dell’ovest non siano veri ucraini, il supporto alla visione largamente emendata della storia sovietica diffusa dal Cremlino e all’idea che la lingua e la cultura ucraine abbiano vissuto una fase di prosperità in epoca sovietica. Non certo a sorpresa, molti ucraini hanno reagito allo stesso modo in cui avrebbero fatto gli afro-americani nei confronti della nomina del leader del KKK, David Duke, a tale carica, con rivolte degli studenti in tutto il paese, petizioni, manifestazioni sia contro Yanucovych che contro Tabachnik.

Questi cinque errori hanno effettivamente minato la legittimità di Yanukovich a poche settimane dal suo insediamento. Gli elettori che hanno votato contro di lui (il 45%) ora vedono che i fatti gli stanno dando ragione; quelli che hanno votato a suo favore (il 10-20%), convinti che fosse il male minore, ora cominciano a temere che le loro paure verso le tendenze autoritarie della Tymoshenko fossero enormemente esagerate. E tutti si preoccupano del fatto che Yanukovich e il gruppo dei suoi uomini con base a Donbas  stiano seguendo in modo spietato la stessa agenda anti-democratica che ha fatto scoppiare la Rivoluzione Arancione del 2004.

Molte altre revoche e nomine non hanno fatto altro che alimentare questa convinzione. Il direttore degli archivi dei Servizi di Sicurezza – un coscienzioso studioso che permetteva libero accesso pubblico ai documenti che rivelano i crimini sovietici – è stato licenziato. La National Television e la Radio Company sono state messe nelle mani di un intrattenitore da strapazzo, con l’aspettativa che potesse rigare dritto. E cosa forse ancor più inquietante, diversi alleati del partito anti-democratico di Yanukovich hanno ottenuto ruoli di responsabilità in ministeri provinciali degli affari interni – posizioni che offrono loro ampie possibilità per reprimere le libertà dei cittadini comuni.

Gli ucraini filo-democratici sono sempre più convinti che Yanukovich voglia diventare l’equivalente ucraino del dittatore della Bielorussia, Alexander Lukashenko. Ma la visione di Yanukovich del governo retto da un uomo forte si basa su un’incomprensione strategica dell’Ucraina, che potrebbe rivelarsi fatale.

Primo, la Rivoluzione Arancione e i cinque anni della presidenza di Viktor Yushchenko hanno concesso più potere al popolo ucraino, rendendolo più sicuro di sé, come non lo era mai stato prima del 2004, consolidando una energica società civile di professionisti, intellettuali, studenti e uomini di affari senza più timori nei confronti del potere. Gli sforzi di Yanukovich per imporre il governo di un uomo forte vengono già respinti e ridicolizzati dalla popolazione, e continueranno ad esserlo anche in futuro.

Secondo, il caotico apparato di governo dell’Ucraina non potrebbe fungere da base per un effettivo governo autoritario. Le intense discussioni da sole non basteranno a rimettere a punto una burocrazia tanto autoreferenziale. E cosa ancor peggiore, c’è una bella differenza tra il servizio di sicurezza e l’esercito dell’Ucraina e quelli della Bielorussia. Yanukovich può anche tentare di emulare Lukashenko, ma senza una forte burocrazia ed un apparato coercitivo, è destinato a fallire.

Terzo, con un gabinetto inefficiente, tutte le decisioni saranno concentrate nelle mani di Yanukovich. Anche se non si fosse a conoscenza del suo inadeguato livello d’istruzione e la sua incapacità di padroneggiare le situazioni, la nomina di Tabachnik da parte di Yanukovich dimostra che il presidente dell’Ucraina o ha completamente perso il contatto con il suo stesso paese, o con grande arroganza è indifferente all’opinione pubblica.

Quarto, l’Ucraina è ancora alle prese con una profonda crisi economica. Se Yanukovich non fa nulla per sistemare l’economia, il paese potrebbe presto trovarsi di fronte al rischio di default, ed è probabile che si diffonda un malcontento collettivo nel suo elettorato tra la classe operaia nel sud-est. Se Yanukovick intraprenderà serie riforme, quello stesso elettorato soffrirà e ne seguiranno senza dubbio scioperi e proteste. Pertanto il superamento della crisi richiederà la legittimità popolare (che Yanukovich sta rapidamente disperdendo); un forte governo (che al momento non esiste) e giudici eccellenti (altro elemento mancante nell’equazione).

Di certo, se Yanukovich continuerà a commettere errori anti-democratici, potrebbe realmente provocare una seconda Rivoluzione Arancione. Ma questa volta i manifestanti sarebbero democratici, studenti e lavoratori. La prospettiva di una crescente instabilità non aiuterà ad attrarre investitori stranieri, mentre la legittimità in declino e la crescente incompetenza faranno fallire i tentativi di modernizzare l’industria, l’agricoltura e l’istruzione dell’Ucraina. Yanukovich potrebbe ben rivelarsi un fallimento come presidente, ancor più di Yushchenko.   

Sebbene le prospettive non siano delle migliori, c’è ancora qualche speranza per il nuovo presidente dell’Ucraina. Potrebbe ancora riuscire a stento a strappare una modesta vittoria cercando di governare  come presidente non solo di Donetsk, ma di tutta l’Ucraina. Tutto ciò che deve fare è trattenere la sua fame di potere e imparare a governare insieme all’opposizione e insieme al popolo. Non è complicato: è la democrazia.  

© Atlantic Council
Traduzione Benedetta Mangano