Ue, Bruxelles in subbuglio: per Juncker forse le dimissioni sono vicine
20 Febbraio 2017
Jean-Claude Juncker tra un mesetto potrebbe lasciare la presidenza della Commissione europea. Il tempo più importante della patita dovvrebbe giocarsi a marzo. Non un mese a caso, ma cruciale per il futuro dell’Unione e periodo durante il quale l’ex primo ministro del Lussemburgo deciderà se rimanere a Bruxelles oppure dimettersi.
Il ruolo di presidente della Commissione era arrivato il primo novembre 2014 come candidato di punta del Partito popolare europeo che a maggio aveva vinto le elezioni per Strasburgo. Nella veste di primo capo dell’esecutivo comunitario scelto grazie al voto popolare e da europeista convinto, Juncker ha interpretato il suo mandato ponendosi, sostanzialmente, agli antipodi rispetto al suo predecessore, Josè Manuel Barroso.
Ma nove giorni fa intervistato dalla radio pubblica tedesca, Juncker aveva lasciato tutti a bocca aperta affermando che tra due anni e mezzo non correrà per un secondo mandato, che probabilmente Londra nel negoziato sulla Brexit spaccherà i governi del Continente e che l’Europa non è abbastanza fiera di se stessa. Ora, dopo le indiscrezioni rilasciate dal quotidiano Repubblica, diventa chiaro cosa si celasse, in realtà , dietro a quelle parole.
Il quotidiano ‘Repubblica’, infatti, citando “autorevoli fonti europee“, si dice quasi certo del fatto che Juncker stia valutando molto seriamente le dimissioni. Secondo quanto spiega il giornale, Juncker sarebbe “contrariato dalla scarsa ambizione dei governi sull’Unione” ed è dunque davanti a un bivio di fronte al quale dovrà decidere se “riuscire a dare la propria impronta ad una Unione desiderosa di guardare al futuro con ambizione o rifiutarsi di gestire il declino europeo lasciando la seconda metà del mandato ad uno dei suoi vicepresidenti, con il popolare finlandese Jyrki Katainen favorito rispetto al socialista olandese Frans Timmermans”.
Nodo importante della riflessione pare essere il fatto che l’8 marzo la Commissione Ue dovrebbe pubblicare il suo progetto di rilancio dopo la Brexit. Sebbene sembri che da Olanda e Germania, prossime alle elezioni politiche, sarebbero stati recapitati a Juncker messaggi riservati che “hanno fatto capire a Juncker che sarebbe meglio che il suo White book rimanesse nel cassetto”.