Ue e Turchia, Renzi avverte Erdogan: accordo con Ue non scontato
08 Maggio 2016
Le mosse del governo di Ankara dopo l’accordo tra Ue e Turchia non piacciono all’Italia. “Cio’ che avviene in Turchia”, ha detto il premier Matteo Renzi, “getta un’altra luce e pone un interrogativo” sull’accordo con Ankara. Accordo che e’ valso 3,5 miliardi di euro al governo presieduto da Recep Taypp Erdogan.
Erdogan nelle ultime ora ha detto no alla modifica della legge antiterrorismo chiesta da Bruxelles e inserita tra le 72 condizioni poste per dare il via libera alla liberalizzazione dei visti, con in più la condanna a cinque anni di carcere per due giornalisti.
L’accordo tra la Ue ed Ankara sulla gestione dei flussi migratori “era necessario e sta funzionando” ma il presidente turco Erdogan, se continua a rifiutare di rispettare gli impegni presi, “rischia di compromettere gli sforzi fatti”, dice Gianni Pittella, capogruppo dell’Alleanza dei socialisti e democratici (S&D) al Parlamento europeo.
L’intesa tra Ue e Turchia “è stata necessitata dal fatto che era stata bloccata la frontiera tra Macedonia e Grecia, decine di migliaia di persone arrivavano in Grecia senza possibilità di uscita, la Grecia era diventata un’enorme pancia dilatata a rischio di esplosione e si era sull’orlo di un’imminente catastrofe umanitaria”.
“L’unica possibilità che c’era era quella di un accordo con la Turchia, pur con tutti i mal di pancia ed i limiti espressi dal Parlamento europeo e ricordati ieri dal premier Matteo Renzi”.
Anche per il sottosegretario agli affari europei, Sandro Gozi, l’accordo con la Turchia era “necessario”, ma Ankara adesso deve fare la sua parte e rispettare gli impegni presi.
“Non credo sia stato un errore”, sostiene Gozi “quello tra Ue e Turchia è un accordo complesso, ma necessario. E’ chiaro che si aspettiamo la piena attuazione dell’intesa da parte di Ankara, da dove pure arrivano notizie non rassicuranti che vanno in una direzione molto diversa”.
“L’Europa sta facendo la sua parte – rivendica Gozi – Anche la Turchia deve fare la sua e rispettare gli impegni che ha preso”. Quello che l’Italia ha sempre detto e che anche ieri ha ripetuto Renzi, ricorda il sottosegretario, è che “questo accordo non comporta alcuno sconto per quanto riguarda il rispetto dei diritti umani, ma piuttosto deve essere la base per avviare un maggiore impegno” in questo campo.
“Fino a due anni fa eravamo solo io e Joseph Muscat a parlare di immigrazione”, ha detto Renzi parlando i Ue e immigrazione, “I momenti piu’ difficili da quando sono presidente del consiglio sono legati al tema dell’immigrazione”, ha detto.
Il riferimento e’ alle stragi nel Mediterraneo e, in particolare, alla nave affondata nel Canale di Sicilia con 950 persone a bordo. Era l’aprile del 2015 e il premier si impegno’ a recuperare uno per uno quei corpi, tra i quali molti bambino, che giacevano a 360 metri di profondita’.
“Di fronte a tragedie come queste, non si possono lasciare soli Italia e Malta”. Oggi, puo’ dire Renzi, “il tema e’ al centro del dibattito europeo”. Grazie anche al Migrant Compact, il patto proposto dal governo italiano, che ha fatto registrare l’entusiasmo del presidente della Commissione, Jean Claude Juncker, e le aperture da parte della Cancelliera tedesca Angela Merkel.
Grazie a questo strumento, ha spiegato Renzi alla platea dello State of the Union, l’Europa non dovra’ piu’ “metterci una pezza” come fatto “troppo spesso”, ma avra’ finalmente “una strategia a breve e lungo termine”.
Il premier e’ pronto a mettere da parte l’idea di finanziare il Migrant Compact con l’emissione di Eurobond, se ci dovessero essere proposte ugualmente valide.
Il ricomparire di muri e steccati in giro per l’Europa sembra aver posto le basi per una stretta collaborazione sui temi dell’immigrazione anche fra Italia e Germania. Tanto che, dopo la conferenza stampa di ieri in cui Renzi e Merkel si sono espressi quasi all’unisono sul caso Austria, il presidente del Consiglio ha oggi rincarato la dose sottolineando che “chi gioca la carta della paura e’ destinato a perdere”.