Ue. Il Pse volta le spalle a D’Alema. La Ashton nominata “Madame Pesc”

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Ue. Il Pse volta le spalle a D’Alema. La Ashton nominata “Madame Pesc”

19 Novembre 2009

Fuori D’Alema, dentro la Ashton. Il colpo di scena arriva poche ore prima della cena di lavoro a Bruxelles tra i capi di Stato e di Governo dei 27 chiamati a decidere i candidati alla presidenza stabile dell’Ue e all’Alto rappresentante per la politica estera. Il Partito socialista europeo ha ribaltato "all’unanimità" le indicazioni espresse soltato pochi giorni fa sulla nomina di Massimo D’Alema a "Mr. Pesc", preferendo la candidatura dell’attuale commissario europeo al Commercio, Catherine Ashton.

La scelta dei leader del Pse a Bruxelles di fatto ha spianato la strada al vertice straordinario a palazzo Justius Lipsius di Bruxelles, al quale ha partecipato anche il premier Silvio Berlusconi. A tarda sera arriva l’ok sulle nomine: Catherine Ashton, attuale commissario Ue del Commercio, è la nuova responsabile della Pesc, metre alla presidenza Ue sale il premier belga Herman Van Rompuy.

I giochi dunque sono fatti. In base agli accordi tra "famiglie" politiche l’Alto rappresentante spetta ai socialisti, mentre il presidente Ue ai popolari. Con la nomina di Ashton quindi è tramontata definitivamente la candidatura di Massimo D’Alema, balzata in vetta alle classifiche dei "bookmakers" europei. Era giunta appena qualche giorno fa, infatti, la "benedizione" di Javier Solana alla sua nomina ("Credo che sarebbe probabilmente un grande Alto rappresentante dell’Ue") dopo che era stato proprio il presidente dell’Alleanza dei socialdemocratici al Parlamento europeo, Martin Schultz, a proporre l’ex ministro degli Esteri italiano. Alla notizia dell’accordo nel Pse, Schultz ha invece dovuto fare un passo indietro: "Massimo D’alema è un eccellente candidato – ha dichiarato – ma ha un problema: è il candidato di un governo non socialista". E, a fine giornata, lo stesso D’Alema non ha potuto fare altro che prendere atto della sua esclusione.

La scelta della commissaria Ashton, che "soddisfa" le aspirazioni britanniche e il criterio delle "quote rosa", ha lasciato campo libero all’accordo sul nome del belga Van Rompuy alla carica di presidente Ue, facendo svanire allo stesso tempo le ambizioni dell’ex premier britannico Tony Blair per il ruolo di presidente del Consiglio europeo. Il principale ostacolo alla nomina di Van Rompuy, in effetti, era Londra che però, avendo incassato la poltrona di "Mr. Pesc" (o forse dovremmo incominciare a chiamarla "Madame Pesc"), ha dato il suo via libera.

Ma nelle file del Pse e dei democratici italiani cresce l’indignazione per il dietrofront su D’Alema. Gianluca Susta, vice del portavoce del gruppo dei socialdemocratici al Parlamento Europeo Schultz, ha criticato duramente la candidatura della baronessa Ashton affermando che "il profilo della persona indicata non è certamente tale da assicurare autorevolezza al ruolo". Susta non ha nascosto le sue perplessità anche per il modo in cui è stata cambiata l’indicazione del Pse per la carica di Mr. Pesc: "Altri erano stati gli impegni e le decisioni assunte all’interno degli organi parlamentari dell’Alleanza progressista dei Socialisti e dei Democratici al Parlamento Europeo senza che le stesse siano state ridiscusse".

In Italia, tutti gli schieramenti hanno lanciato accuse al Pse. Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani ha tenuto a sottolineare che la scelta di personalità di così "basso profilo non è certo una buona partenza per l’Europa di Lisbona". Il presidente dei deputati del Pdl Fabrizio Cicchitto parla di "una oggettiva sconfitta per il nostro Paese che si era impegnato come governo, e ovviamente come opposizione, per un risultato positivo, aldilà delle mille ragioni di discussione e di dibattito che molti di noi hanno sulle posizioni politico-culturali di D’Alema". E aggiunge: "Per quello che ci riguarda, siamo andati oltre tutto ciò e abbiamo guardato alla qualità della persona. Lo abbiamo fatto anche nella tranquilla certezza che a parti rovesciate, probabilmente non ci sarebbe stata reciprocità. Da quello che emerge da un quadro per altro assai aggrovigliato – conclude Cicchitto – abbiamo l’impressione che le maggiori difficoltà D’Alema le abbia trovate nell’ambito dell’area socialista".

L’ex premier e presidente della Commissione Europea Romano Prodi si dice "scioccato": "Francamente non me l’aspettavo, è una decisione sconvolgente". Pier Ferdinando Casini considera invece questo momento "un’occasione persa per rendere l’Europa autorevole, credibile e riconoscibile dai cittadini". Alla fine a D’Alema non è rimasto altro che esprimere i suoi "migliori auguri" alla Ashton e a Van Rompuy: "È stato un onore essere stato candidato per un incarico così prestigioso in un momento così importante per l’Europa". Ma la formula di rito non basta a nascondere l’amarezza per lo sgambetto ricevuto dai suoi "compagni" europei.