Ue, migranti: accordo su regolamento di Dublino è ancora in alto mare
23 Marzo 2017
La riforma del regolamento di Dublino sui migranti continua ad essere un rebus. Nonostante l’ambizione della presidenza maltese di arrivare ad un accordo politico entro la fine del proprio semestre, il negoziato continua a mostrarsi complesso, e l’obiettivo rischia di non essere centrato.
E anche se per il momento nessuno vuole evocare l’ipotesi di una votazione a maggioranza qualificata, la possibilità che si arrivi a questa drastica soluzione è molto concreta. “Stiamo cercando di allargare al massimo il consenso sugli aspetti più difficili” riferiscono fonti europee. “Ci stiamo muovendo per tematiche ma non ci siamo ancora. Speriamo però di presentare una proposta rivista per il mese prossimo”.
Inutile dire che il nodo è quello della solidarietà. Per gli stati meridionali dell’Unione, Grecia, Italia e Malta in primis, il principio di base del regolamento, ovvero che ogni domanda d’asilo va esaminata dal primo paese d’ingresso delle persona nell’UE, sovracaricherebbe sistemi d’accoglienza già fragili. Il blocco di Visegrad (Repubblica Ceca, Polonia, Slovacchia e Ungheria), sembra però contrario a qualsiasi ipotesi di redistribuzione per quote, sulla scia del piano di “relocation”.
Malta non ha mai smesso di lavorare al dossier, soprattutto con incontri a livello bilaterale o a gruppi ristretti, in particolare con i paesi del V4 che in questi giorni stanno alzando la voce su più fronti per opporsi all’ipotesi dell’ “Europa a più velocità”.
In ogni caso, in base a quanto riferiscono fonti europee, si punta a trovare un equilibrio tra gli elementi di responsabilità e solidarietà. Secondo quanto si apprende, nelle ultime soluzioni elaborate, il ricollocamento dei richiedenti asilo resta in piedi, ma il mancato adempimento nell’accoglienza di parte delle quote potrebbe essere compensato sia destinando mezzi e risorse umane alle agenzie europee, sia attraverso il versamento di denaro in un fondo per la gestione delle crisi.
Insomma, una cosa è certa: il regolamento di Dublino, giunto ormai alla terza versione risalente al gennaio 2014, in questi anni ha mostrato tutti i suoi limiti. Chi entra nel sistema Dublino ha infatti diritto a un’accoglienza, ma rimane anche anni in un limbo, con la scure del possibile trasferimento sulla testa. Proprio per questo, tenendo presente che i flussi migratori non accennano a placarsi, ora non si può più aspettare.