Ue prova a tirare le orecchie alla Turchia:”Con la pena di morte non si diventa membri dell’unione”
18 Luglio 2016
I ministri degli esteri europei oggi: “lanceranno un forte messaggio sul fatto che il rispetto dello stato di diritto ed il sistema di divisione dei poteri deve essere protetto e rispettato, per il bene della Turchia” perché “il modo migliore per gestire un paese che rischia divisioni molto profonde, che anzi le sta già vivendo, è garantire lo stato di diritto“. Pare sicura di sè Federica Mogherini all’arrivo al Consiglio esteri.
Che aggiunge: “avremo uno scambio anche sulla Turchia perché anche su questo è importante che Ue e Usa siano uniti. Sono stata la prima durante quella tragica notte a dire che le istituzioni legittime e lo stato di diritto dovevano essere protetti. Ma non c’è nessuna scusa per portare il paese lontano da questo.” E poi: “Nessun Paese può diventare stato membro dell’Ue se introduce la pena di morte, questo è chiaro nell’acquis comunitario”.
A creare preoccupazione sono le ultime mosse del presidente turco Erdogan. Quest’ultimo nel tentativo di riprendere con forza il controllo del Paese e mostrare il pugno duro nei confronti dei responsabili della fallita rivolta, ha aperto alla reintroduzione della pena di morte che per chi commette atti di tradimento nei confronti dello Stato. La pena capitale in Turchia era stata abolita nel 2004 con Erdogan premier. Anche l’attuale capo del governo, Binali Yildirim, dichiarando che “ora è il momento di fare pulizia”, ha assicurato alla folla che chiedeva la condanna a morte per gli autori del golpe che il governo “ha recepito il messaggio” e che “sarà fatto quanto necessario”.
Il ministro degli esteri francese, Jean Marc Ayrault, all’arrivo al Consiglio al vertice di oggi che, dopo l’attentato di Nizza, ha inserito in agenda la lotta al terrorismo “avremo una discussione per vedere come amplificare ancora l’azione su scala europea e internazionale”.
Ayrault sottolinea che “in settimana avrà luogo a Washington la riunione della coalizione anti-Isis” ed afferma: “Bisogna continuare questa battaglia, più che mai, e riunire le nostre forze. La Francia è impegnata, ma desideriamo che lo sia anche la comunità internazionale. E’ un’azione che deve essere condotta dagli Europei, che devono dare prova di una maggiore solidarietà, insieme”. Che, poi, aggiunge provando a dire qualcosa di nuovo, ma con scarsi tentativi: “Non possiamo accettare una dittatura militare, ma dobbiamo anche stare attenti che le autorità turche non mettano in piedi un sistema politico che si allontani dalla democrazia, lo stato di diritto deve prevalere”.
Con lo stesso atteggiamento, da incasellare nel reparto ‘ancora chiacchiere’ c’è la Mogherini: “Lanceremo un forte messaggio per il rispetto dello stato di diritto e del principio della divisioni dei poteri, che devono essere protetti e rispettati per il bene della Turchia stessa”.