UE. Si a partenariato orientale con paesi ex Urss
20 Marzo 2009
di redazione
Il nuovo partenariato, che sarà lanciato ufficialmente il 7 maggio prossimo, riguarderà Armenia, Georgia, Ucraina, Bielorussia, Azebarjian e la Repubblica moldova. Nata da una proposta originaria di Polonia e Svezia, l’ipotesi di aumentare l’influenza europea verso est, a scapito della Russia, ha conquistato anche gli altri partner europei, nonostante le perplessità dei paesi più coinvolti nella dimensione mediterranea.
Dal sud all’est, dall’Unione per il Mediterraneo al partenariato orientale: oggi i capi di Stato e di governo della Ue hanno concordato sulla necessità di avviare "una partneship ambiziosa" con i tre Stati della regione del Caucaso e le tre ex repubbliche sovietiche.
Francia, Spagna e Italia, tra gli altri, hanno espresso anche oggi durante il dibattito al Vertice obiezioni sull’aumento delle risorse disponibili per i paesi dell’Europa orientale, riaffermando la validità della ripartizione degli aiuti di due terzi al Sud e un terzo ad Est stabilita nel 2006. Di qui la richiesta che ogni eventuale incremento di risorse ad Est si rifletta in un incremento a Sud secondo queste proporzioni. Alla fine è prevalsa l’intesa sulla proposta della Commissione Ue di incrementare il sostegno finanziario verso questi paesi di 600 milioni di euro fino al 2013.
Nelle conclusioni, i leader europei definiscono l’incremento "rispettoso delle risorse disponibili". Il nuovo partenariato è indirizzato ad una maggiore cooperazione in campo energetico ed economico ed intende sviluppare la governance e la mobilità dei cittadini anche attraverso facilitazioni nella politica dei visti, oltre che promuovere la diffusione dei valori fondamentali della Ue, vale a dire democrazia, diritti umani, libertà civili e trasparenza.
Rimane confermata la presenza della Bielorussia nel partenariato, resta incerta invece la partecipazione del suo presidente Aleksandr Lukashenko al Vertice del 7 maggio. "L’invito a Lukashenko dipenderà dal comportamento del governo e del presidente bielorussi nelle prossime settimane", ha detto il premier ceco, presidente di turno della Ue, Mirek Topolanek. Sulla decisione peseranno i progressi sui diritti umani e la capacità di Minsk di resistere alle pressioni russe sul riconoscimento di Ossezia del sud e Abkhazia, le due regioni secessioniste che hanno violato la sovranità territoriale della Georgia.