Ue. Si di Praga al trattato di Lisbona, prosegue l’iter di ratifica
06 Maggio 2009
di redazione
Il sì giunto oggi dal Senato di Praga al trattato di Lisbona fa compiere un nuovo, importante passo in avanti al processo di ratifica. Al quale mancano però ancora alcuni passaggi che non possono essere dati per scontati. L’appuntamento più importante è fissato per il 18 e 19 giugno prossimi, quando a Bruxelles si riunirà il Consiglio Europeo che segnerà la fine del semestre di presidenza ceca dell’Ue.
In quella sede i 26 da una parte e l’Irlanda dall’altra dovranno trovare un’intesa sulle "concessioni" da fare a Dublino (neutralità, diritto di famiglia, ecc.) affinchè possa essere convocato un secondo referendum popolare sulla ratifica di Lisbona. Un compito denso di incognite, soprattutto giuridiche, che però deve essere portato a termine con successo. L’alternativa è quella di mandare direttamente in soffitta il nuovo trattato. In caso di accordo, invece, il governo irlandese potrà procedere alla convocazione della consultazione popolare, probabilmente entro l’autunno.
Ma non è solo l’Irlanda a mancare all’appello per il completamento delle ratifiche: il presidente polacco, Lech Kaczynski, deve ancora apporre la sua firma in calce al provvedimento di ratifica già approvato dal Parlamento di Varsavia. "Kaczynski – ha però detto oggi il presidente del Parlamento europeo, Hans-Gert Poettering – mi ha assicurato che firmerà". Anche lo stesso presidente ceco, l’euroscettico Vaclav Klaus, ha detto oggi di voler attendere il verdetto dell’Alta corte ceca prima di apporre la sua forma alla ratifica. In questo mosaico c’è poi ancora un tassello che deve andare a posto. In Germania, dove è già stato completato l’iter parlamentare per la ratifica, la Corte costituzionale deve ancora pronunciarsi sui dubbi sollevati da alcuni sulla presunta violazione dei diritti del Parlamento da parte di quanto contemplato nel trattato di Lisbona.