Uganda. Attentati Kampala: “Arrestato numero due Shabaab”

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Uganda. Attentati Kampala: “Arrestato numero due Shabaab”

24 Settembre 2010

Un keniano arrestato il 15 settembre scorso a Kampala con l’accusa di avere ideato gli attacchi terroristici dell’11 luglio nella stessa capitale ugandese con oltre una settantina di morti è il numero due degli Shabaab, la cellula terroristica di Al Qaida che opera nell’Africa dell’est. Ne sono convinte le autorità ugandesi stando a un rapporto della polizia e dell’intelligence che sta investigando sugli attentati, di cui hanno notizia oggi i principali quotidiani locali.

L’uomo, Omar Awadh Omar, è comparso ieri davanti ai magistrati insieme a un attivista islamico dei diritti umani, Al Amin Kimathi. I due furono fermati e arrestati insieme a un avvocato, Mbugua Mureithi, poi rilasciato. Da quanto è emerso, Awadh, conosciuto anche con il nome di Abu Sahal, è alto nella gerarchia di quella che il rapporto definisce la "cellula di al Qaida nell’Africa dell’est", una formazione composta da "19 individui, due dei quali con sede a Nairobi e a Beirut che servivano per assicurare i legami con al Qaida". Leader del gruppo sarebbe un certo Fazul Harun, un terrorista afghano che avrebbe pianificato ed eseguito tutti gli attentati in Kenya e sul quale gli Stati Uniti hanno messo una taglia di 5 milioni di dollari.

Stando al rapporto Awadh avrebbe avuto il compito di reclutare terroristi in Somalia attraverso la sua base a Nairobi. Gli esplosivi usati a Kampala vennero fabbricati in Somalia, mentre 10 cinture esplosive furono inviate a febbraio a Mombasa. Secondo l’inchiesta i terroristi erano intenzionati a fare esplodere delle bombe anche in kenya. Finora sono una trentina le persone arrestate in Uganda con l’accusa di terrorismo. La strage in Uganda è stata rivendicata dagli Shabaab, il gruppo integralista somalo legato ad Al Qaida che aveva dichiarato di aver agito per rappresaglia contro la partecipazione dell’Uganda alla Forza di pace dell’Unione Africana (Ua) nel Paese del Corno d’Africa.