Ultime chance per la Provincia di Isernia
24 Luglio 2012
Non c’è nulla da fare: della Provincia di Isernia ai cittadini interessa poco o niente. Mentre politici e associazioni continuano a protestare, la gente ha deciso di defilarsi, probabilmente perché rassegnata ad una decisione presa da un governo che ha come obiettivo primario quello di ridurre la spesa pubblica. E così in circa trecento ieri sera si sono ritrovati nella sala convegni di via Berta per la manifestazione, organizzata dal Comitato contro l’accorpamento dell’ente. Presenti per lo più gli amministratori che hanno detto la loro sulle conseguenze della spending review.
Alcuni si sono detti seriamente preoccupati per i tagli imposti dal governo Monti ma anche dell’eliminazione della stessa Provincia. I Municipi saranno chiamati a svolgere nuovi ruoli e a farsi carico anche di parte degli impiegati provinciali. Tutto questo mentre i fondi sono stati ridotti e più di qualcuno teme addirittura che a settembre non ci siano nemmeno più i soldi per aprire le scuole o per garantire il servizio di sgombero neve. Saranno proprio i primi cittadini a portare avanti (insieme alle istituzioni regionali e alle associazioni di categoria) questa battaglia che va controcorrente. “Dobbiamo far capire alla gente – ha spiegato Emilio Izzo, promotore della protesta – a cosa si va incontro con la perdita dell’ente, non solo dal punto di vita occupazionale ma anche sociale. Un passo indietro di 50 anni”. Motivo per cui è nato il Comitato e nel giro di pochi giorni è arrivato a 400 iscrizioni. Ma la gente continua a non rispondere. E allora si stanno già raccogliendo le firme per un’altra protesta. Quella che si terrà a Roma con le targhe di cartone con la fatidica scritta “Is”, simbolo della Provincia di Isernia e dell’autonomia locale.
Intanto sul fronte politico proseguono senza sosta le iniziative messe in campo dal presidente dell’ente Luigi Mazzutto e da quello del Consiglio, Lauro Cicchino. In una riunione, tenutasi a Benevento, 27 province (tra cui anche alcune non interessate dai tagli) hanno stilato un documento nel quale chiedono formalmente al governo di abolire l’articolo 17 (quello relativo all’accorpamento) del decreto legge in quanto anticostituzionale. Stesso principio ribadito nell’emendamento presentato in commissione dai due senatori molisani Ulisse Di Giacomo e Giuseppe Astore, che giovedì potrebbe essere discusso in aula. Molise, Umbria e Lazio, in seguito alla spending review rimarrebbero con un’unica sede provinciale i cui confini coinciderebbero con quelli della Regione. E’ questo il cavillo burocratico che, i senatori, pensano possa salvare l’ente.
Sul fronte parlamentare è notizia di ieri che il presidente Luigi Mazzuto ha scritto una lettera all’ex premier Silvio Berlusconi, deputato eletto nella circoscrizione molisana e, quindi, a tutti gli effetti rappresentante della regione a Montecitorio. “Caro presidente non ci abbandoni”, è stato questo l’accorato appello del vertice dell’ente nonché coordinatore provinciale del Pdl. Richieste alle quali, per ora, il Cavaliere non ha risposto.
Questa, comunque, sarà una settimana decisiva per le sorti della Provincia di Isernia, che sta andando verso una cancellazione che sembra ormai inevitabile. Gli amministratori e i promotori del Comitato contro l’accorpamento dell’ente stanno tentando le ultime mosse prima che sia troppo tardi. Secondo il presidente del Consiglio regionale, Mario Pietracupa, però, non ci si deve fermare solo alla protesta. “Sono necessarie – ha spiegato – soluzioni alternative e condivisibili. Alcune deleghe di enti e subenti regionali potrebbero essere trasferite alle province, potrebbe essere questa la strada per salvare l’ente”.