Il centrodestra a trazione Salvini trionfa in Umbria, cancellando di fatto anni di pseudo pauperismo adottato alla cosa pubblica. Il francescanesimo liquido e all’acqua di rose, quello che la sinistra ha spesso propagandato a Perugia e limitrofi, è acqua passata. Un’altra roccaforte rossa è caduta sotto i colpi inferti da una maggioranza silenziosa, che fa rumore solo quando serve, cioè in prossimità del voto. Il centrodestra non avrà i favori dei media, ma rimane l’inquilino principe del cuore dell’elettorato. Sono emersi numeri da capogiro. Donatella Tesei stravince con il 57,55% dei voti totali. Vincenzo Bianconi si è presentato nella conferenza stampa conclusiva, dicendo che la sua coalizione si mette ora a disposizione in maniera propositiva: un’ennesima operazione di maquillage. Vincenzo Bianconi ha cercato di rappresentare il cambiamento, ricevendo il sostegno dalle forza più stantia e consolidata che l’Umbria abbia mai conosciuto: il Partito Democratico. Il MoVimento 5 Stelle è bello che andato. La diagnosi l’ha fatta la Meloni: i grillini hanno, in maniera peraltro davvero presuntuosa, ribaltato il piano anti-sistema da cui erano partiti. E la coerenza rimane un valore che gli italiani tengono in considerazione.
Giuseppe Conte ha qualche coccio in più tra le mani. Matteo Renzi, che sembra disposto a mettere in discussione la figura del premier, può incalzare. La sensazione è che il leader di Italia Viva possa trovare in Luigi Di Maio una sponda generazionale e buona per mettere a bagnomaria “l’avvocato degli italiani”. La sostituzione in corsa inizia a rappresentare un’ipotesi. Pure qua: il dato è regionale, ma che agli italiani i salti di carrozzone non piacciano pare evidente anche all’ultimo degli analisti. Non è ancora detto. E in fin dei conti la situazione potrebbe rimanere quella de quo. Ma Toscana ed Emilia Romagna potrebbero accelerare quel processo che porta le pochette di “Giuseppi” dritte in valigia. Anche perché ora si pone un tema diverso: Pd e 5Stelle, da soli, raggiungono la metà dei voti del centrodestra. Le due forze hanno la necessità di stare insieme, con la compagnia di Italia Viva, all’interno di una coalizione di centrosinistra. E “Giuseppi” non sembra proprio il miglior collante rintrancciabile sul mercato.
Il centrodestra, nonostante i tanti individualismi, continua a marciare indisturbato. Il traino leghista funziona. Degli spazi occupabili ai lati e al centro esistono. Tutti stanno facendo la loro parte. L’Umbria può costituire il primo atto della sceneggiatura di Emilia Romagna e Toscana. Siccome lo schema tiene, pare ormai che si sia anche disposti a riporre nel cassetto la litigiosità e la scaramuccia. Gli italiani non fanno che offrire assist. Questa legislatura durerà , quindi per raccogliere dinanzi la porta, che è ormai sguarnita, bisogna portare pazienza. Andare al voto adesso, per Pd e 5S, significherebbe scomparsa o riduzione effettiva. Non dividersi, vincere ancora, aspettare, fare opposizione diretta: qualunque altro atteggiamento favorisce l’avversario. La consapevolezza c’è. Ci si vede a Firenze e Bologna, magari con le banidere festanti tra le mani.