Un autogol la strategia difensiva di Visco
29 Giugno 2007
La cosa era ormai nell’aria da troppi mesi: “un atto
dovuto” come si dice nel gergo dei magistrati. Ma ieri, nelle intenzioni
del suo difensore, il senatore diessino Guido Calvi, la notizia sarebbe dovuta
essere un’altra:
“il viceministro delle finanze Vincenzo Visco si
presenta alla procura di Roma per chiarire spontaneamente la sua situazione
processuale.”
Non é andata così e già nell’Ansa delle 21 finiva in rete
che “dopo un interrogatorio di tre ore svoltosi davanti al proprio
difensore di fiducia, il viceministro delle finanze Vincenzo Visco é finito nel
registro indagati con l’accusa di abuso
di ufficio e minacce”. Una Caporetto di immagine per i Ds e per il governo
che da ormai due mesi non sanno come venire a capo di un caso che ogni giorno
si ingarbuglia sempre di più.
Infatti se é già difficile fare digerire agli italiani
l’attuale pressione fiscale, lo sarà da oggi ancora di più chiedere ai
cittadini di pagare sempre più imposte con la faccia di un ministro sospettato
di avere fortemente voluto, anzi ordinato con minacce ai massimi vertici della
Finanza, di rimuovere quattro investigatori che insieme alla procura di Milano
stavano facendo le pulci all’affaire Unipol.
Sembra fra l’altro che proprio la mossa di anticipare
l’invito a comparire che era già pronto da alcune ore, e della cui esistenza
l’avvocato Calvi era l’unico a esserne stato messo a conoscenza, presentandosi
spontaneamente, abbia fatto precipitare le cose: il pm romano Angelantonio
Racanelli non era infatti per niente favorevole a una deposizione spontanea e
ha trasformato l’incontro a sorpresa in un formale interrogatorio. Che si é
protratto per oltre tre ore giovedì sera nei piani alti di piazzale Clodio.
Come