Un commento da non perdere sul mercato dell’automobile
23 Dicembre 2008
L’argomento è ampio, mi limiterò a esporre il mio punto di vista sul settore auto. Per capire se gli aiuti al settore auto siano un investimento saggio bisogna prima avere chiaro a quale bisogno l’industria automobilistica risponde oggi. La domanda che pongo può sembrare banale visto che da sempre l’auto risponde ad un bisogno primario dell’uomo che è quello di muoversi liberamente, per lavoro, per il tempo libero, per coltivare le sue relazioni sociali. Eppure oggi l’auto non è solo questo, se oggi l’auto fosse solo questo probabilmente basterebbe un quarto della produzione attuale per soddisfare i bisogni. Oggi l’auto è un prodotto che segue le mode, un ‘vanity product’ alla pari di un capo di abbigliamentoe di un accessorio firmato; solo un terzo del denaro speso nell’automobile serve a coprire il bisogno primario per il quale è nata, il resto va a coprire le spese per la sua sostituzione (o demolizione) anticipata rispetto alla sua durata reale e per l’acquisto di modelli e accessori di prestigio. Le case automobilistiche sanno bene questo e sfornano modelli nuovi con una frequenza sempre maggiore, lanciando quel messaggio che ha fatto la loro fortuna: la tua auto è fuori produzione da tre anni, ormai è vecchia, che figura ci fai? e ancora: le quotazioni dicono che vale molto poco, ti conviene ripararla? Nell’attuale periodo di ristettezze l’uomo sembra rinsavirsi ribellandosi a questa logica o facendo finta di farlo a causa delle oggettive difficoltà; sta capendo che un’auto usata ma funzionante vale esattamente la cifra necessaria ad acquistarne una nuova ed ecco che crollano le vendite, non perchè crollano i bisogni, non perchè qualcuno smette di utilizzarla ma semplicemente perchè sta tagliando le spese sulla componente piu effimera del prodotto. Ecco che improvvisamentele si scopre che le automobili possono durare quindici anni senza eccessive spese di riparazione quando prima ne duravano solo otto o dieci. Oggi abbiamo una sovraproduzione di automobili rispetto al bisogno primario da soddisfare perchè le case sono cresciute a dismisura grazie all’effimero, per questo motivo credo che gli aiuti al settore non siano un saggio investimento. L’industria automobilistica non ha bisogno di essere aiutata a mantenersi in piedi, ha invece bisogno di essere aiutata a ridimensionarsi; sarebbe ora che i governi lo capiscano e che le case se ne facciano una ragione perchè chiudere gli occhi su questo serve solo a mitigare la crisi diluendola nel tempo ma senza risolvere il problema, quindi senza trarre un reale beneficio dagli aiuti, e quel che è peggio facendosi trovare impreparati e senza nuove strategie quando arriverà la ripresa. Quando la ripresa arriverà vorrei vedere l’industria pronta a lanciare la produzione di massa dell’auto elettrica; ma la peggiore delle ipotesi e la piu facile che si avveri è di ritrovarsi un’industria uscita dall’apnea grazie ai nostri soldi e pronta a rimettersi a vendere prodotti vanity. Per me è disarmante vedere famiglie che fanno sacrifici per finanziare la frequente sostituzione di automobili; a volte le crisi servono a ricondurre la società ad una dimensione più a misura d’uomo, speriamo sia così. In linea generale sono sempre contrario agli aiuti diretti e fini a se stessi; credo che le imprese debbano essere aiutate detassando il capitale reinvestito, e diminuendo la pressione fiscale, per fare questo sono necessarie tutta quella serie di riforme di cui tanto si parla ma che tardano ad essere attuate.
(Massimo)