“Un due tre stella”? No, con la Guzzanti è un due tre noia
15 Marzo 2012
Un due tre noia. Un due tre tedio. Un due tre catalessi. Udite, udite, ieri sera Sabina Guzzanti è tornata in tv con un nuovo programma su La7. Ma le attese e un’assenza durata lunghi nove anni non sono serviti a ritemprarla, né a liberarla dalle solite ossessioni. L’imitatrice sembra essere rimasta in standby per tutto questo tempo. Se ne ha la prova sin dai primi minuti della trasmissione quando esordisce con: “Che cosa stavamo dicendo, prima di essere interrotti nove anni fa?” .
Ma è solo l’inizio di un lentissimo, barbosissimo comizio che riparte da dove era stato censurato quasi dieci anni fa, con la stroncatura della sua precedente creatura, Raiot: la legge Gasparri. Livelli da preistoria.
Dopo una doverosa premessa sul suo contratto “nel rispetto dei diritti umani”, ottenuto dalla rete di Telecom Italia Media con libertà assoluta – e verrebbe da dire, chissenefrega – l’attrice, tentando di risultare brillante rivolge un “dissacrante” – fosse vero – saluto all’amministratore delegato de La7 Giovanni Stella, da lei soprannominato “er Canaro”.
Tra ospiti (virtuali) del calibro di Michael Moore con cui non rinuncia a ritirare fuori uno dei suoi bersagli, George Bush, Stefano Fassina e Ugo Mattei messi in arena sul tema sì/no Tav sono sonore le legnate su banche d’affari, partitacci corrotti e governi che non funzionano. Capirai che novità, le banalità la fannno da padrone. Intanto, grazie anche alle freddure confezionate della sua spalla, Nino Frassica, la palpebra cala e gli sbadigli si sprecano.
Ma Sabina sa come far uscire dal torpore i suoi telespettatori ormai ronfanti. Facendo una sorta di riassunto di puntate precedenti cita il processo da rifare a Dell’Utri e, soprattutto la prescrizione di… Silvio Berlusconi. Ci risiamo! Ecco il solito coniglio tirato prontamente fuori dal cilindro per attirare l’attenzione. Ma il suo odiatissimo Cavaliere non doveva essere finito, e sotterrato da una valanga di “figure di merda”? Pare proprio di no, perché la conduttrice comica non perde occasione di rinominarlo. Del resto, a dimostrazione del fatto che la Guzzanti proprio non riesca a liberarsi di quel fantasma, qualche giorno prima del suo ritorno sul piccolo schermo aveva detto a proposito dell’ex presidente del Consiglio: “Purtroppo è oggettivo che lui è esistito e continua ancora ad esistere. Stiamo uscendo da un ventennio e lo dobbiamo elaborare, anche se c’e’ una gran voglia di rimuoverlo”. Ma a noi, con tutta onestà, non sembra sia intenzionata a farlo perché anche se quando c’era “bisognava tappare le orecchie ai bambini”, adesso che non c’è è peggio visto che non si sa di che cosa diavolo parlare.
Ma Sabina delude anche quando sfodera il suo cavallo di battaglia, quello delle imitazioni, che a onor del vero sembra del tutto spompato. Una marea di fischi per quella che doveva essere la caricatura dell’anno: Mario “Montinator” che si presenta al cospetto di Napolitano come se dovesse sostenere un provino per X Factor. Una roba da far annoiare anche il più noioso dei professoroni tecnici. Idem per l’imitazione di lady Rutelli, Barbara Palombelli. Unica conferma quella del suo personaggio cult Lucia Annunziata che da tempo permette alla Guzzanti di vivere di rendita sul fronte delle parodie. Ma anche qui Sabina puzza di vecchio e di visto e rivisto.
Insomma, come scrive Grasso sul Corriere, stesse ossessioni, stessi feticci. Ma, oltre alla Rete che spietata le ha bocciato Un due tre stella su tutta la linea, ci si sono messi gli ascolti (4.44% di share), decisamente bassi. Proprio a proposito della gara allo share più alto qualche giorno fa lei aveva detto: “Aver messo in cima alla lista la poetica degli ascolti è una delle cause del degrado culturale del Paese”.Visti i risultati deludenti di ieri sera viene facile dedurre che la gente, non guardando il suo programma, sia stata intelligente.