Un medico alla corte dei Medici

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Un medico alla corte dei Medici

01 Febbraio 2009

Mettetevi nei panni di uno scienziato e umanista cresciuto in una famiglia nevrotica e sotto la sferza di un genitore accentratore. Pensate poi di sprofondare assai indietro nei secoli, all’alba del 1621, precisamente in quel di Arezzo. Infine, pensate ancora che questo infante farà carriera per mezzo secolo, dominando la scena della Firenze tardo medicea. Il pupo in questione si chiama Francesco Redi, medico del Granduca Ferdinando II e del figliolo Cosimo III, un vero cortigiano ma anche un uomo d’ingegno, ricercatore e scrittore.

Intorno all’aretino, è tutto un fiorire di emozioni e personaggi. C’è Firenze, ancora bellissima ma ridotta in miniatura rispetto alla grandeur della metropoli rinascimentale. E ci sono anche gli alti e bassi di una stagione di trapasso. Un sovrano mecenate e bizzoso, un nugolo di parassiti che affollano a Palazzo Pitti, piuttosto che le molte residenze di campagna in cui si sposta in continuazione il sovrano. E ancora c’è una vita di facciata e ce ne è una intima e discreta, quest’ultima piuttosto scapricciata.

Walter Bernardi, storico della scienza, in un bel libro “Il paggio e l’anatomista”, racconta del sapiente aretino e insieme dell’universo con cui si crogiola e traffica. Un microcosmo di accademie varie, dal Cimento alla Crusca, ma anche di vizi privati e di pubbliche virtù. Il farsi largo, mettendo fra parentesi scrupoli e personali inclinazioni sessuali, è una delle costanti del volume, uno dei suoi spinti più originali e divertenti. In questo ambito, incontriamo il nobilotto cadetto e trafelato che, grazie a fattezze segnatamente femminine, conquista cuore e sensi del granduca, diventandone l’amante e il protetto. Un mini Rasputin smaliziato che tessa una tela ad ampie volute, agevola gli amici e tiene sotto schiaffo avversari ed invidiosi.

Più in generale, incrociamo nelle pagine di Bernardi una società sofisticata e gaudente che sotto la maschera bigotta e omofoba non disdegna le alchimie del piacere e si lascia volentieri catturare dal cosiddetto amore greco. Paggi e paggetti sono così i protagonisti della scena. Guadagnano punti e ne perdono a seconda del capriccio dei potenti o dell’alone di mistero di cui si circondano. Il favorito di Ferdinando II non è però solo un intrighino e seduttore smaliziato. È persona colta vicina al medico del suo granduca, appunto Redi. Sulla psicologia e le inclinazioni private dello stesso protagonista, l’autore dice quel che i documenti gli consentono. Di certo, si può affermare che aveva una vita intima abbastanza singolare.

Walter Bernardi, “Il paggio e l’anatomista”, Le Lettere, pagine 196, euro 18.00.