Un mesto flop la manifestazione anti-Bush

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Un mesto flop la manifestazione anti-Bush

09 Giugno 2007

La lapide di via Fani imbrattata con le scritte filo brigatiste, il corteo pseudo pacifista sporcato con slogan da stadio contro l’ispettore Raciti e contro “Il mestiere di merda che è fare il carabiniere”. Tanto che ad avviso dei no global è meglio restarsene disoccupati come fanno loro. Una carica dei celerini ad alcuni manifestanti  anarchici ubriachi di birra, armati di bastoni e con i fazzoletti sul volto staccatisi dal corteo all’altezza di Campo de Fiori, ma niente di paragonabile a quello che alcuni giorni fa era accaduto in Germania per il G8.

 Si aggiunga anche un comico fuori programma, protagonisti i no global di destra di Massimo Fini nell’altra manifestazione a piazza del popolo per “l’altra America” (quella che non esiste se non sulle pagine di “liberazione” e de “il manifesto”, e che i più definiscono di lotta e di governo, svoltasi sotto l’egida di verdi, rifondazione e comunisti dilibertiani) e si avrà il quadro di quello che è stato  un grande flop di partecipazione nei due cortei. Altro che centocinquantamila disobbedienti. Saranno stati si e no quindicimila  i partecipanti tra tutte e due la manifestazioni.

Le proteste contro Bush a Roma si sono esaurite in qualche patetico episodio di inciviltà come l’assalto a colpi di uova marce contro un Mc Donald nel quartiere Giulio Agricola o la molotov contro un Black buster all’ardeatino o in quella infame scritta, su citata, sulla lapide di via Fani, “Bush come Moro”. Tutto il resto è stato noia, deja vu di figli di papà con anelli  al naso e di ragazzine vestite di stracci, complice il caldo e un malinteso senso di anti conformismo. Non è stato un sabato di guerriglia urbana, ma di penosa trasgressione militante e coatta. Gli unici che hanno preso un po’ di  botte sono quelli del neonato Movimento zero guidato dal giornalista Massimo Fini, che li ha mandati in piazza del popolo all’insegna dell’armiamoci e partite. La polizia li ha caricati scambiandoli per no global violenti per un difetto di comunicazione evidentemente causato  dal giornalista che si sente tanto anti conformista e che se ne vanta continuamente in tv e sui giornali.

Infatti un primo gruppo di circa 30 persone, con bandiere dell’Italia e uno striscione con scritto “Noi stiamo coi talebani per l’autodeterminazione dei popoli” è stato disperso dalla polizia quando ha tentato di entrare nella piazza per unirsi agli altri manifestanti. In seguito altri appartenenti a questo gruppo, coordinato dall’associazione romana “Movimento zero” diretto da Valerio Lo Monaco, sono stati anche portati a bordo di un pullman della polizia e identificati.

Gli altri tafferugli, fuori tempo massimo,  sono avvenuti all’altezza di Campo de Fiori, mentre a piazza Navona Casarini sproloquiava contro “il guerrafondaio Bush e il suo complice italiano”, cioè il governo Prodi.

Semplicemente un gruppo di cani sciolti ha tirato petardi e bottiglie contro la polizia che alla fine li ha caricati. Ma nulla di paragonabile a quello che era accaduto nei giorni scorsi a Rostock.

Alla fine la vera differenza tra la manifestazione di Bernocchi e dei disobbedienti rispetto a quella tenuta a piazza del Popolo, sotto l’egida dei tre partiti antagonisti di governo, verdi, Pdci e Rifondazione, è solo generazionale: a piazza del Popolo si sono radunati quei quattro gatti di cattivi maestri reduci degli anni ’70, a piazza Navona i loro epigoni venticinquenni che sono molti di più e che se possibile della vita capiscono molto di meno. Il  commento più appropriato all’ennesima giornata inutile nella vita di Roma  la ha data il senatore di An Domenico Gramazio in un’interrogazione al ministro Antonio Di Pietro riguardante i prezzi di favore dei treni per i manifestanti anti americani: “chi ha autorizzato l’ulteriore riduzione del biglietto ferroviario  che per regolamento, per i partecipanti alle grandi manifestazioni, è di euro 16 e che per i manifestanti anti Bush è stato ridotto a 10  euro?”

“Mi piacerebbe sapere – afferma Gramazio- chi pagherà la

differenza di 6 euro e se non intenda per caso il ministro delle Infrastrutture far pagare ai cittadini onesti, che viaggiano normalmente su treni  sempre in ritardo e sempre sporchi, la differenza del treno ridotto  per i manifestanti anti-Usa. “