Un nome per la presidenza Rai? Carlo Fontana

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Un nome per la presidenza Rai? Carlo Fontana

18 Marzo 2009

Qualche giorno fa, nella sua rubrica “Vento del Nord” sull’Occidentale, Lodovico Festa, parlando della cultura milanese e del ruolo appannato e asfittico che vi gioca il Corriere della Sera, ha fatto un riferimento  all’ ex sovrintendente della Scala di Milano, Carlo Fontana.

 Lo riporto integralmente:  “(…)Milano rifà la Scala e si dota di una sala in periferia che sostituisce il teatro del Piermarini nel periodo dei lavori per cambiare il palco. Un’impresa epica per tempi, contenuti e qualità. L’eroe di questa trasformazione, Carlo Fontana, non solo se ne va –innanzi tutto per dissapori con Riccardo Muti e con la Pirelli che voleva una certa valorizzazione della Bicocca dove c’era il teatro sostitutivo, cioè l’Arcimboldi (edificio in sé mediocre e di Gregotti naturalmente)– ma nessuno pensa di utilizzare in città la magnifica competenza d’imprenditore della cultura di uno che ha fatto il sovrintendente della Scala per 15 anni e che ha anche dimostrato nella ricostruzione della Scala un’attitudine organizzativa formidabile.”

Poi, durante questi giorni in cui vedevo il centro-sinistra affannarsi a trovare un nome adatto per la presidenza della Rai e girare nomi improbabili o provocatorii, come ha fatto il Secolo d’Italia lanciando la candidatura di Walter Veltroni, quelle poche frasi mi sono tornate in mente.

Carlo Fontana è stato esattamente quello che dice Lodovico Festa, un eccezionale sovrintendente di una delle massime istituzioni culturali italiane, ha gestito in modo impeccabile la fase del restauro del teatro e il suo curriculum ne fa uno dei protagonisti della vita pubblica non solo milanese. Ha le necessarie credenziali politiche, avendo fatto anche il senatore per l’Ulivo nella scorsa legislatura e anche la sua formazione politica socialista-riformista dovrebbe deporre a suo favore. L’incredibile invece è che Fontana ad appena 60 anni sia un disoccupato, mentre per i parametri italiani potrebbe quasi essere considerato un giovane.

Allora ho pensato che anche l’Occidentale poteva lanciare un suo nome per la corsa alla presidenza della Rai, fuori dal giro dei soliti noti, dei politici in rimessa, dei giornalisti in cerca di poltrone, dei giuristi rampanti. Fontana rappresenta una solida figura di manager culturale come ce ne sono pochi in Italia, sempre considerati corpi estranei dagli intellettuali “laureati” e guardati con sospetto perché mettono il bello in rapporto con l’utile.

Nessuno si illude, anche se tutti dicono di auspicarlo, che il rapporto tra Rai e politica posso essere tagliato di netto. Si può però scegliere se rafforzarlo o renderlo più lieve. In questo senso il nome di Fontana mi sembra andare in questa direzione ben più di tutti quelli fatti sin’ora.

Aggiungerei un ultimo elemento: uno che ha lavorato 15 anni alla Scala deve essersi fatto una certa esperienza nell’avere a che fare con primedonne. E alla Rai non guasta.

P.S. Non conosco personalmente Carlo Fontana, non gli ho parlato e forse l’idea di presiedere la Rai gli ripugna. Mi dicono che sia anche una piuttosto antipatico ed è possibile che per questa mia intrusione se la prenda a male. Ma mi sembrava opportuno dimostrare che a voler cercare sul serio le soluzioni si trovano.