“Un nuovo patto europeo su immigrazione e Mediterraneo”

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“Un nuovo patto europeo su immigrazione e Mediterraneo”

06 Giugno 2014

Paolo Tancredi è uno dei parlamentari della delegazione italiana che dal 15 al 17 giugno parteciperà al 52esimo meeting del Cosac ad Atene, in Grecia. Cosac è l’acronimo di "Conferenza degli organi specializzati in affari comunitari", uno degli ambiti di cooperazione che mette insieme membri dei parlamenti nazionali con gli europarlamentari, focalizzando i propri lavori sugli affari europei.

L’incontro di Atene è importante perché insieme ad altri appuntamenti darà l’abbrivio al semestre a guida italiana della Ue e il nostro Paese ha già fatto sapere che intende porre la questione della immigrazione tra i primi punti di una gestione più condivisa e consapevole della agenda europea. "La proposta avanzata dal ministro Alfano di ‘piantare le tende’ del soccorso umanitario e del riconoscimento dei richiedenti asilo direttamente in Africa è una prospettiva serie e concreta", ci dice Tancredi, cosciente dei rischi legati alla "polveriera libica" e del fatto che Bruxelles non ha davanti a sé interlocutori credibili nelle autorità locali.

Posto che la sede di Frontex, la agenzia europea delle frontiere, venga spostata dalla Polonia in Italia, e premesso che l’Europa deve decidersi a suddividere più equamente i costi della operazione Mare Nostrum, intervenire direttamente in Nord Africa sarebbe "la vera soluzione", anche se per Tancredi si tratta di un piano "difficile da costruire". "Dobbiamo razionalizzare i flussi di stranieri che arrivano in Italia senza mettere a repentaglio vite umane, ma l’Europa, in particolare quella baltica e settentrionale, deve capire che l’Italia non può investire da sola le risorse necessarie a una operazione simile".

"Purtroppo", prosegue il deputato di Ncd, "da parte di alcuni Paesi non c’è nessun interesse a ridiscutere i costi dell’impegno umanitario ed è questo il problema che il nostro Governo dovrà porre con più forza ai partner durante il semestre". Che alternative ci sono? Rafforzare i nostri bilaterali con altri Paesi del mondo arabo e islamico per favorire un loro maggiore interventismo in Nord Africa? Tancredi sembra scettico: ci sono Paesi arabi che fanno la loro parte nelle "pattuglie ONU" in situazioni di crisi ma non è facile coinvolgerli in Libia se l’Europa è divisa.

Gli Stati Uniti? Da Letta a Renzi, l’Italia si sta giocando una grossa fetta di credibilità con Obama. Ma "la partita vera", secondo Tancredi, "è quella sulla leadership nella Ue". L’interlocuzione con la Germania, in un momento in cui proprio Paesi come Francia e Gran Bretagna, che più di altri spinsero per l’intervento in Libia, devono fare i conti con leader politici in ascesa non allineati al tradizionale asse transatlantico. "La Gran Bretagna, per esempio, ha sempre giocato al divide et impera con l’Europa ma oggi anche Londra ha i suoi problemi," conclude Tancredi, "quello che ci serve è rilanciare un vero patto europeo".