Un paese con un solo potere

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Un paese con un solo potere

03 Maggio 2007

Uno che di affari se ne intende, Eugenio Scalfari, nel
suo sermone domenicale su Repubblica, plaude a Romano Prodi per la brillante
soluzione dell’affare Telecom, soluzione, a suo dire, in linea con gli
interessi del Paese.

Dopo l’endorsement
del Corriere, arriva anche quello di Repubblica: le news letters dei poteri
forti fanno sapere che tutto è andato come doveva andare, con un crescendo
progressivo ed innarrestabile di occupazione di potere che ha caratterizzato
questo Governo fin dal suo nascere, verso ciò che non è azzardato definire una
deriva illiberale.

Ma al peggio non c’è mai limite, ed è così che si spinge
un componente della Corte Costituzionale a dare le dimissioni per indebite
ingerenze di Ministri e Sottosegretari. Si passa senza vergogna da un dirigismo
economico di stile sudamericano ad un interventismo subdolo verso un giudice
costituzionle, infischiandosene della più elementare regola della vita
democratica: la separazione dei poteri.

Il motivo? Di poteri in questo Paese ne abbiamo uno solo,
ed è rappresentato da quell’intreccio di banche amiche che controllano la
maggior parte del credito bancario, una parte significativa della finanza
assicurativa, la più grande azienda industriale italiana (Fiat), ora la più
grande azienda di servizi (Telecom) e per finire, il più grande gruppo
editoriale (Rcs) con l’appoggio esterno dell’altro grande gruppo editoriale
(Espresso/Repubblica).

Qui non si tratta di conflitto di interessi, si tratta di
una gigantesco regime onnivoro che determina i destini del Paese, distribuisce
e difende rendite di posizione grazie e questo perverso intreccio tra finanza,
informazione e politica che drena risorse al Paese reale, ne frena lo sviluppo
economico e ne mina le fondamenta democratiche, arrivando addirittura a
limitare l’attività di un ramo del Parlamento. E’ questo il vero scandalo di
cui nessuno parla, il  Senato infatti,
eletto democraticamente dai cittadini, è ormai completamente anestetizzato,
inoperoso, impossibilitato ad espletare la sua funzione democratica e quando,
raramente, è chiamato a farlo, negli splendidi corridoi di Palazzo Madama, si
consumano forzature e pressioni.

Questo è il Paese che questa maggioranza ci stà
regalando. Un Paese nel quale il Governo può revocare le concessioni TAV
(tranne quelle in cui sono coinvolte le Coop), con un contratto di ordine
privatistico, all’ interno di un provvedimento chiamato “liberalizzazioni”
(sic!). Un Paese dove chi si azzarda a comprare qualche azione in più del
dovuto di Rcs Corriere della Sera viene immediatamente distrutto. Un Paese nel
quale ministri presunti tecnici,  che un
giorno si e l’altro pure ci fanno lezioni di mercato, si permettono di passare
il loro tempo al telefono per fare e disfare cordate, promettendo protezioni.
Un Paese dove il capitalismo è sotto tutela, la libertà economica non ha
diritto di asilo e chi produce valore e benessere non ha né rappresentanza né
rispetto.

 
(Milton)