Un Paese di santi, poeti, navigatori… e allenatori
28 Giugno 2014
di Ronin
Non ci uniamo al prevedibile drappello di cecchini che ha impallinato l’ex presidente della Camera Gianfranco Fini, tornato a proporsi come il ct di quel centrodestra che, ormai lo sanno anche i muri, va ricostruito per evitare il ventennio renziano.
Dalla difesa della Patria all’europeismo, dal rispetto delle istituzioni alla grande incompiuta Rivoluzione liberale, Fini ha parlato di idee e di programmi, e da questo punto di vista vale la pena concedergli almeno il beneficio del dubbio.
Non ci convince però una frasetta che l’ex leader di Futuro e Libertà ha riservato a Ncd: "Il governo ha alti dividendi ma Alfano non incamera quasi niente di quei dividendi". E no, caro Gianfranco, qui ti sbagli, perché di risultati a casa eccome se ne abbiamo portati.
Da una gestione finalmente responsabile e solidale dell’immigrazione al piano casa, dalla battaglia per una riforma del mercato del lavoro che non sia ostaggio della sinistra conservatrice a quella per una sanità indipendente da Big Pharma, per non dire dell’iter sulle riforme costituzionali, i ministri e la forza parlamentare di Ncd si sentono, si vedono e pesano più di quanto non appaia leggendo i giornali da quel di Montecarlo.
Insomma, continueremo a seguire con curiosità il Fini movimentista per vedere dove vuole andare a parare. Nel frattempo gli suggeriamo di non cadere in un vecchio detto che si ripete spesso parlando dell’Italia: un Paese di santi, poeti, navigatori e… allenatori.