Un tangibile segno di riconoscenza verso l’Occidente

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Un tangibile segno di riconoscenza verso l’Occidente

28 Agosto 2011

Passano i giorni e il nuovo governo libico fa di tutto per stringere rapporti saldi e duraturi con quelle cancellerie internazionali che hanno permesso ai ribelli di Bengasi di avere la meglio sull’esercito di Gheddafi. Il nuovo premier Jibril fa la spola tra le capitali europee, accolto a braccia aperte dal mentore Sarkò. Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti ma anche l’Italia si apprestano a rimettere in moto l’industria petrolifera libica che potrebbe rivelarsi una risorsa decisiva per il futuro del Paese.

La NATO, che tanto era stata criticata, continua a dar manforte ai ribelli per eliminare le ultime sacche di resistenza dei lealisti. Presto lauti assegni saranno staccati dal governi occidentali per gli aiuti umanitari e le Nazioni Unite, una volta tanto, propongono di mandare una forza terrestre, i Caschi Blu, per garantire la sicurezza nel Paese.

Tutti si aspettavano che le nuove autorità libiche facessero un gesto, simbolico, per evidenziare il nuovo corso delle relazioni con i Paesi che si sono impegnati nel conflitto. E un sincero gesto di gratitudine, in effetti, è arrivato: il CNT non ha nessuna intenzione di estradare Abdel Basset al Megrahi, il boia di Lockerbie, l’attentato che alla fine degli anni Ottanta segnò il culmine della strategia del terrore messa in piedi da Gheddafi contro le (ex) potenze coloniali.

Nell’agosto del 2009, Megrahi era stato riconsegnato alla Libia dalle autorità scozzesi, essendo gravemente ammalato. Ieri uno dei dirigenti del CNT, che parla a nome nel ministero della Giustizia, ha dettato il nuovo corso: «Non consegneremo nessun cittadino libico all’Occidente. Al Megrahi è stato già giudicato una volta e non lo sarà una seconda". Arrivederci e grazie.