Una domenica sulla Pontina. Tutti al mare e io prigioniero del traffico
03 Agosto 2008
Sono in macchina per raggiungere dei miei amici al Circeo che da ieri sono nella casa di villeggiatura di una nostra vecchia compagna di scuola. Io purtroppo dovevo lavorare e non sono potuto partire con loro. Ma poco fa di buon grado, ho messo il costume, preso un asciugamano e mi sono messo in viaggio.
Appena esco sulla Colombo però, il traffico assassino mi costringe al passo d’uomo. Sarà così fino alla Pontina, penso, e mi metto l’anima in pace. Chissà cosa sta succedendo oggi nel mondo della politica? Mi manca quasi vedere cosa combinano quei pasticcioni dei nostri governanti!
Cerco una stazione radio che mi faccia compagnia e che magari mi aggiorni su qualche vicenda. Ne trovo una con delle pubblicità esilaranti, e la lascio: c’è una voce da adulto che continua a dare del lei a una voce da bambino, mentre quella da bambino sostiene di avere 15 anni e di volere pertanto un biglietto ridotto per il cinema. “Guardi, è inutile, il ridotto non glielo faccio” insiste l’adulto. “Ma glielo giuro, ho 15 anni!” non si arrende il bambino. “Ah sì? Ha quindici anni? … E tutti quei capelli bianchi?”. Era la pubblicità di uno shampoo antiforfora! Comincio a ridere a crepapelle, con i conducenti delle altre macchine, tutti rigorosamente col finestrino abbassato, che mi guardano come fossi impazzito.
Le pubblicità continuano e intanto arrivo alla Pontina, ma di scorrere più velocemente non se ne parla nemmeno. Sarà così fino alla svolta per il raccordo, penso, e continuo ad ascoltare la radio. Un cameriere sta chiedendo a una ragazza cosa volesse ordinare nel brusio tipico di un ristorante, e lei risponde, pensandoci un po’: “Mmm, allora prendo… due piccioni, con… una fava!” era la pubblicità di una compagnia assicurativa! Ancora le risate si sprecano, ma cerco di controllarle perché voglio concentrarmi sulla pubblicità successiva.
Purtroppo però il traffico non diminuisce nemmeno dopo lo svincolo per il raccordo, sarà così fino al Circeo, capisco, e mi rassegno completamente al tempo.
Cavolo, sono anche tre giorni che leggo tutti i giornali e che non fanno che parlare dell’esodo di questo primo weekend di agosto. Come diavolo mi è saltato in mente di mettermi in macchina sulla Pontina in un giorno simile.
In prossimità delle uscite non si cammina proprio, finché la situazione non si sblocca miracolosamente fino all’uscita successiva. Le prime due volte allo scorrere tiro un sospiro di sollievo, pensando che ormai la situazione sia risolta. Ma una volta capita la regola delle uscite intoppa traffico adotto un sistema infallibile e salva umore: metto il cd compilation rock quando si cammina e la radio quando ci si ferma. Con questa tecnica quasi non vedo l’ora che arrivi l’intoppo.
Anzio-Nettuno, fermi dieci minuti: “Scusi per via Ravenna?” chiede una voce particolarmente idiota. “La prima a destra poi la seconda a sinistra” risponde una voce ferma e sicura. “Ah, grazie. Non avrebbe anche ventimila euro?”. “Non chiedere un prestito al primo che passa”, interviene una voce fuori campo, era la pubblicità di una banca!
Nei pressi di Latina prendo in seria considerazione l’ipotesi di uscire ed andare al mare da solo qui nei paraggi. Ma alla fine con caparbietà estrema supero anche quella. Ormai le indicazioni scrivono Circeo, ci siamo. Spingo il pulsante per mettere il cd dato che si ricomincia a scorrere, ma non va. Lo tiro fuori e scotta come una padella per friggere le patatine. Lo lascio cadere per terra. E mentre mi chino per raccoglierlo tampono la macchina davanti.
Un signore con una canottiera blu da basket scende e comincia a imprecare contro di me e tutta la mia famiglia. Scendo anch’io. Gli chiedo scusa e gli dico che mi ero distratto. Ma quello non ne vuole sapere di calmarsi: “Ma sei un coglione quale distratto sei un deficiente. Guarda che cazzo hai combinato cretino”. Comincia a suonarmi il cellulare. Si crea un ingorgo pazzesco dietro di noi e la gente che passa e suona il clacson. “Ma che cazzo te soni stronzo” gli grida il signore “E te voi risponde a sto cazzo de cellulare”.
Alla fine facciamo il cid, io dichiaro la mia colpa più totale, tanto non è che le macchine si siano fatte granché, e finalmente riprendo il viaggio verso il Circeo.
Richiamo Giovanni che mi spiega esattamente dove fossero in spiaggia e finalmente riesco a raggiungerli. Ma quando arrivo decidono di tornare a casa, erano troppe ore che stavano al sole ed erano cotti.
Ho aspettato che tutti si facessero le docce, poi quando sono stati tutti pronti ci siamo riavviati verso Roma.