Una fiction molto “Speciale”

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Una fiction molto “Speciale”

Una fiction molto “Speciale”

08 Giugno 2007

Non sempre è “meglio tardi che
mai”.
Per dirla con le parole della presentazione di Rai Fiction (http://www.raifiction.rai.it/raifictionarticolo/0,9690,3061,00.html):
“dopo molte stagioni di ritratti fortunati di marescialli, agenti e commissari,
di magistrati, giudici e avvocati, di Carabinieri, Polizia e Esercito, sulla
scena della fiction italiana irrompe per la prima volta GdF, la Guardia di
Finanza” . Un tempismo eccezionale, non c’è che dire: nemmeno avevano lasciato
l’aula di Palazzo Madama i senatori protagonisti del voto sull’affare Visco,
nemmeno il ministro dell’Economia Padoa Schioppa aveva terminato la sua accorata
arringa contro il generale della GdF Speciale, reo di un comportamento
“inqualificabile”, nemmeno aveva fatto in tempo la maggioranza di governo a
contarsi – facendo rientrare in extremis le posizioni di Mastella e Di Pietro
-, che la TV pubblica aveva già lanciato gli spot con l’anteprima della nuova serie
interpretata da Alessandro Preziosi, prossimamente sugli schermi di Rai Due.

Incredibile casualità o diabolica
premeditazione? Il pensiero corre dubbioso agli autori della fiction, che, in
questi giorni di tempesta sull’unico Corpo d’Armata che mancava all’appello
televisivo, staranno almeno passandosi una mano tra i capelli – impossibile
dire se per lisciarseli o per strapparseli. Avranno avuto sentore del delicato
lavoro che i finanzieri, proprio mentre le loro penne scorrevano indisturbate
sulle sceneggiature, stavano compiendo sul caso Unipol? E se sì, si saranno
posti il problema, nel tracciare una storia che si snoda “dal traffico d’armi e
contrabbando di sigarette agli scontri per l’egemonia del mercato della droga,
dal traffico di organi umani al riciclaggio di capitali sporchi, dallo
smaltimento dei rifiuti tossici ai pericolosi interessi di Cosa Nostra
sull’uranio delle centrali nucleari”, della roboante assenza in tutto questo
bailamme delle indagini sulla finanza rossa? Una cosa è certa: se l’ondata di
fiction dedicate alle forze dell’ordine sulle frequenze della TV di Stato,
secondo l’Osservatorio sulla ­Fiction, erano sinora servite a rinsaldare il
rapporto tra l’istituzione e i cittadini (come ha affermato il direttore di Rai
Fiction Agostino Saccà), diffondendo un’immagine della divisa positiva e vicina
alla gente, sarebbe interessante farsi spiegare dal governo – editore di
riferimento della RAI – perché alle Fiamme Gialle si dia con una mano quello
che l’altra mostra chiaramente di voler togliere.