Una fototessera in Campidoglio per don Bossi
13 Giugno 2007
di redazione
Ha ragione il nostro Carlo Meroni. Quando è stato rapito Daniele
Mastrogiacomo il paese è stato colto da
una specie di infarto collettivo. (Ma lo stesso valeva per la Sgrena e per altri) Non c’era
titolo di giornale o apertura di TG che non fosse dedicata a quell’evento. I
programmi radio erano pieni di dibattiti e telefonate di solidarietà.
Truppe di giornalisti vivevano accampate davanti alla casa della famiglia del
giornalista per cogliere ogni fremito di speranza, ogni lacrima d’apprensione.
Ogni comune italiano, anche il più piccolo e sperduto, si sentiva in dovere di
fare la sua fiaccolata, approvare la sua mozione di sdegno.
Della vicenda del sequestro abbiamo
saputo tutto e anche troppo: si sono mosse le istituzioni, il governo ha
rischiato di cadere per aver ceduto ad ogni ricatto. Mastrogiacomo è stato
accolto da eroe all’aeroporto, con picchetto d’onore e autorità schierate in
suo onore.
In confronto l’effetto del rapimento nelle Filippine di
padre Giancarlo Bossi è come un sussurro davanti al frastuono: non ha
cittadinanza mediatica, non muove e non commuove le masse marcianti, gli manca
il glamour da “evento”. Non è una sorpresa. Persino l’uccisione di don Andrea
Santoro in Turchia suscitò meno clamore del rapimento delle due Simone o di
Giuliana Sgrena.
Scandagliare il motivo di questa disparità di percezione non
è facile. C’è di mezzo un pregiudizio anticristiano e uno antiamericano. Il
primo fa sì che ciò che accade ai preti e in genere ai cristiani nel mondo non
venga registrato dai sismografi mediatici. Come se un po’ di martirio fosse
dovuto quale prezzo di una evangelizzazione vista ancora come un sopruso. Il
secondo garantisce notorietà , fama e rispetto a chi in qualche modo si fa testimone delle nefandezze
americane nel mondo, o se ne dissocia anche solo con la sollecitudine verso le
sue vittime.
Tutto questo non basta ancora a spiegare l’immenso divario di trattamento tra
un prete e un giornalista.
Forse ci può aiutare Veltroni a capire perché lo stendardo
con la gigantografia di Mastrogiacomo sventolava sul Campidoglio e per don
Bossi manco una fototessera.